fb e mail ridewhitgps logostrava logogarmin logo
Un forte vento spinge in direzione del mare...

immagine altimetrica

Le salite nel giro di oggi
TempoSalita 
1:04':36"  Passo del Turchino da Ovada 1
0:58':44"  Passo del Faiallo da SP73 2
logo transparentstravafotofacebook
I giri delle Valli: Valle Tanaro,

11/02/2017
• Distanza 131.14 km
• Tempo 05:41:46
• Dislivello 1501 metri

Il giro delle Valli
Ora che ho un po’ più di tempo e di costanza da dedicare alla bici ho studiato una serie di giri che, dovrebbero portarmi a spasso per le valli della zona ed anche un po’ più in la. Ho voluto iniziare con la Val d’Orba e la Valle Stura perché sono legate tra loro ed anche quelle più vicine e più calcate dalle ruote della mia bicicletta. Quindi il giro l’ho esaminato a tavolino con l’aiuto di Ridewitgps, non che ne avessi la necessità, perché questa strada la conosco a memoria e l’ho fatta più o meno in questo modo, chissà quante volte ma visto che fa parte di una serie di giri che mi sono programmato, mi è piaciuta l’idea di renderlo visibile a chiunque voglia farlo. A questo ne seguiranno altri, tutti a tema “Giro delle Valli:”, qualcuno sarà meno duro e complicato, qualche altro molto impegnativo e magari impossibile da percorrere ma ci proverò comunque.

Obiettivo Cogoleto

Giornata grigia, nuvolosa, strade umide in pianura, previsioni meteo avverse per domani ma oggi pare che non debba piovere e allora ne approfitto per buttarmi in un bel giro in bicicletta. Ho a disposizione la vecchia Carrera e quindi anche se si infanga un pochino non ne soffrirà particolarmente. Mia moglie questa mattina è andata con una amica a Cogoleto ed ho pensato che quella meta possa essere abbastanza piacevole e parto per quella destinazione anch’io. La strada più breve per questo viaggio, è il passo del Turchino e il tragitto completo di andata e ritorno dovrebbe essere di circa 140 chilometri, quindi non troppo lungo per la mia attuale preparazione. Parto dopo le dieci, la SP185 è deserta e appena umida, il cielo è di un grigio chiaro, quasi trasparente ma del sole non c’è traccia, 6 °C la temperatura reale.

rid 2017 09 10 cavalcando appennino ligure 1
rid 2017 09 10 cavalcando appennino ligure 2
rid 2017 09 10 cavalcando appennino ligure 3
rid 2017 09 10 cavalcando appennino ligure 4

 

Il passo del Turchino
Via verso Ovada che raggiungo in circa 50 minuti e attacco la lunga ma facile salita al Turchino. La strada è fradicia, la neve si sta sciogliendo e l’acqua scorre dappertutto. Man mano che salgo di quota, la neve adagiata al bordo della strada aumenta e così pure l’acqua. Mi pento di non avere un parafango, in questo caso sarebbe stato molto utile. Proseguo, salendo del mio passo e oggi non è dei più buoni ma a Gnocchetto, riesco a fare il tempo migliore da quando uso Strava. Non c’è vento e non sento freddo, l’unico disagio è l’acqua sulla strada e la sensazione di umido al soprasella. Supero Rossiglione e Campo Ligure a Masone, contrariamente a ciò che succede di solito, il tempo migliora e un raggio di sole da forza alla mia corsa ma appena fuori dal paese, il cielo torna grigio. Salgo bene gli ultimi due chilometri, gli unici un po’ impegnativi ed alla nuova galleria, mi fermo per mangiare qualcosa e scattare una foto ricordo con la bici letteralmente piantata nella neve con lo sfondo della galleria e del cartello che indica il passo.

Cambio obiettivo
Un forte vento spinge attraverso il traforo in direzione del mare, lo seguo ed al di la, trovo un altro mondo, un altro paesaggio, la temperatura è appena più alta ma il clima in generale è più gradevole, il cielo chiaro, nuvoloso ma non più ostile come sul versante piemontese e cambio idea. Non vado più a Cogleto, voglio salire al Faiallo. E così, quasi inconsapevolmente svolto a sinistra e dato uno sguardo alla vecchia galleria abbandonata, mi avvio verso la salita dell’imprevedibile SP74.
Piove dagli alberi
Nel primo tratto di salita, ai bordi della strada, sono presenti grossi pini marittimi e dai loro rami sporgenti sulla strada e coperti dalla neve, scendono grosse gocce e pezzi di neve ghiacciata, la strada sotto agli alberi e fradicia e in alcuni tratti, è coperta neve e ghiaccio che si stanno lentamente sciogliendo. Avanzo cercando di evitare i tratti più ingombri di neve, il traffico automobilistico è scarso ma ogni tanto qualche auto passa e devo fare attenzione. La carreggiata è ridotta a causa della neve ammassata contro la scarpata e questo crea un problema ancora maggiore nel caso di incrocio con le autovetture.

rid 2017 09 10 cavalcando appennino ligure 6
rid 2017 09 10 cavalcando appennino ligure 1
rid 2017 09 10 cavalcando appennino ligure 8
 
 

Sparisce il sole
Il raggio di sole che mi ha fatto decidere di salire in vetta al Faiallo anziché scendere al mare, se n’è andato rapidamente e la temperatura che dapprima era salita a 6°C, ora sta scendendo, complice la nebbia fitta che si è presentata all’improvviso e ad un forte vento che soffia da Nord e negli spazi aperti mi crea seri problemi di stabilità. Non ho freddo ma sono a disagio, al Bric del Dente, dove la strada scende per qualche centinaio di metri, penso di tornare indietro ma poi proseguo, in discesa fino al Pian degli Asti, da qui mancano solo un paio di chilometri alla vetta di questa montagna così poco alta ma cosi difficile per la sua imprevedibile cattiveria.

Faiallo: Un passo difficile
Non è difficile solo perché ora è inverno, io l’ho fatta in tutte le stagioni, questa ascesa e vi garantisco che non è quasi mai facile. Il caldo asfissiante in estate o un temporale improvviso o la nebbia che spinta dal vento provoca una sorta di galleria virtuale, il vento freddo e potente che piega la bicicletta da un lato, compromettendone l’equilibrio. Poche volte ho fatto questa salita in condizioni normali. Sono in vetta, il passo è aperto e in questa stagione capita raramente, sulla strada accanto al pianoro dell’area picnic, tante macchine parcheggiate, ma non riesco a vedere più in la del bordo della strada, la nebbia è fitta e gli arbusti aggrappati alle rocce della montagna, sono coperti di cristalli di ghiaccio e coperte di brina, sono anche le mie sopracciglia.

La discesa
Proseguo verso Vara e per ora non ho freddo, la strada non scende subito a picco e la temperatura percepita è di poco inferiore a quella reale. Ora, è discesa, tiro i freni non voglio prendere velocità, in primo luogo c’è nebbia, poi la strada è un vero disastro, con buchi e crepe ed in oltre se scendo troppo veloce la sensazione di freddo si amplifica notevolmente. Più a valle la nebbia sparisce, ma del sole non c’è traccia, la strada ha una aspetto migliore, l’asfalto è abbastanza omogeneo e lascio i freni.

Temperatura percepita: -8°C
40 chilometri orari, 1°C, la sensazione di freddo è tanta, da una tabella che vedo ora mentre scrivo il racconto, è paragonata a -8 gradi. Le mani anche se coperte dai guanti termici, sono prive di sensibilità, tanto che non riesco più a sentire le leve di freni, anche la punta dei piedi è di ghiaccio, cerco di pedalare anche in discesa per scaldarmi. Spingo a forza il fiato dalla bocca in modo che si spanda al’interno del passamontagna e mi riscaldi i volto proseguo cosi, in questi interminabili chilometri che mi separano da Urbe e Martina Olba, la dovrebbe essere tutto più facile.

Quasi finita
Ecco il lago dell’Antenna, al centro, lontano dalle sponde leggermente più calde, uno strato di ghiaccio lo ricopre parzialmente. Do uno sguardo al termometro, segna zero gradi ma ormai è quasi finita, sono in fondo, 30 minuti circa e 14 chilometri di discesa terribilmente complicata e gelida. Urbe, ora la strada scende con meno irruenza, fa sempre un freddo cane ma non come prima, Martina Olba, si passa dalla provincia di Savona a quella di Genova a deciderlo è un ponte sull’Orba. Acquabuona, una leggera salita mi riscalda le gambe e di conseguenza il resto del corpo, poi la discesa verso Piana di Badia e Olbicella, spunta ancora un raggio di sole mi fermo a mangiare ancora ed a fare una foto alle anse del torrente, visibili dall’alto della strada.

Lo sterrato
Riparto, davanti a me ancora un tratto difficile, 750 metri di sterrato al confine tra le province di Genova ed Alessandria. Essendo terra di confine, nessuno si decide ad asfaltare questo corto tratto, che ora con la neve è un fiume di fango. Proseguo in piedi, senza pedalare, la strada in lieve discesa, un auto dalla direzione contraria alla mia arriva a tutta velocità, maledico l’autista e continuo a scendere. Olbicella, iniziano i mangia e bevi, benedetti, non li ho mai aspettati così con ansia, in condizioni normali li detesto ma oggi no, oggi li assaporo uno ad uno mi riscaldano, mi ridanno vitalità e la forza di rientrare.

È finita
Madonna delle Rocche, è finita, Molare, è finita, Ovada, è finita. Proseguo sulla SP155 come prevede il giro della due valli fatto a tavolino. Silvano, Capriata, dopo l’incrocio dell’Iride supero il ponte sul Lemme sfiorando la sua valle e rientrando subito in val d’Orba a Fresonara, è finita, Bosco, è finita, Casal Cermelli ora è davvero finita.

È più forte di me, non resisto alla tentazione di andare a vedere se a Febbraio, sul Faiallo c’è la barra chiusa. L’ho fatto già diverse volte ed è sempre stata una grande soddisfazione ma oggi il prezzo da pagare per questo giro è stato molto alto, la giornata, per le condizioni climatiche sfavorevoli ha messo a dura prova la mia resistenza fisica soprattutto sulla via del ritorno, quando dopo aver terminata la salita, dovrebbe diventare tutto più facile e scorrevole. Oggi non è stato così, oggi non è stato per nulla facile tornare a casa. SEMPREINSELLA!