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Le salite nel giro di oggi
TempoSalita 
0:20':15" Mulino San Pietro - Menconico 1
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30/07/2014

  • Distanza 141.05 km
  • Tempo 04:50:29
  • Dislivello 785 metri

Doveva essere un giro di quelli lunghi, con Penice Vetta, Brallo, Cima Colletta, magari anche il Lesima con rientro da Capanne di Cosola e Val Borbera ma........ piove, ho sbagliato giornata, chissà se sabato prossimo...........

Si, sono invisibile,
 nonostante i miei 85 kg a riposo, sono invisibile, l’ho scoperto oggi a Varzi quando, nello spazio di poche centinaia di metri ho rischiato tre incidenti. Si, va bene, pioveva, anzi piovigginava, nulla di speciale, forse avevo fretta, ma per tanta fretta che si possa avere in bicicletta non superi mai il limite di velocità di un centro abitato ma lasciamo perdere. Cosa è successo non ha importanza, importante è quello che non è successo.

Mattinata fresca,
parto poco dopo le sette e l’idea è quella di fare il Penice Vetta da Menconico, non la strada diretta della “ex SS461 del Penice” ma quella un po’ defilata, ma tranquilla, bellissima, che si snoda tra i boschi, un po’ sale, un po’ scende ma lungo la strada si fa tosta, forse più della statale 461. La strada più rapida e corta è Tortona, Rivanazzano, Godiasco e una volta arrivati a Varzi si svolta a destra al bivio tra Penice e Brallo, poi a sinistra dopo San Martino in direzione di Menconico.

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Le previsioni meteo,
proponevano pioggia dopo le ore 10 sul Penice, che sarebbe svanita in poco tempo. Superato Ponte Nizza, comincia a gocciolare e man mano che mi avvicino a Varzi la situazione peggiora, quando svolto per Menconico piove, non forte ma piove, insisto, salgo, ecco Menconico, lo supero e la pioggia aumenta. Penso, che se man mano che salgo piove sempre di più, salire sulla Vetta del Penice con le pendenze che ci sono sarà impossibile.

Basta rientro, torno a casa
per la stessa strada dalla quale sono arrivato. Fino ad ora ho coperto 71 km e 71 siano per tornare a tutta. Tutte le forze che ho risparmiato nel viaggio di avvicinamento per poi affrontare la salita, le butto nelle ruote per tornare a casa e prima possibile e fare qualcosa di più produttivo che un giro in bici.

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Piove sempre,
quando arrivo a Varzi, ho addosso il giubbino antipioggia, è bianco, dovrebbe essere abbastanza visibile ma a quanto pare non è così. Entrando nella cittadina, vedo la manovra un po’ stramba di un automobilista che sta’ uscendo da un parcheggio. Ho un presentimento, non mi ha visto e così è, non mi ha proprio visto o non ha calcolato che una bicicletta può anche superare i 40 all’ora. Freno, un attimo prima che l’auto esca dal parcheggio, gli arrivo addosso, il vecchio alla guida imperterrito, si ferma in mezzo alla strada, lo supero con uno scarto a sinistra, un’auto dietro a me gli suona il clacson, la stesa cosa fa un camion che arriva di fronte. Lui, il vecchietto è imperterrito e pian piano si avvia sulla strada.
Poco più avanti, altro parcheggio, altra auto che esce pur vedendomi arrivare, tiro i freni, l’auto passa e quella dietro sporge pericolosamente dal segnale di stop. Scarto imprecando, penso, sono invisibile, forse l’acqua, i tergicristalli che non puliscono bene il parabrezza, forse solo automobilisti distratti ma no, sono veramente invisibile come tutti noi ciclisti.
Siamo invisibili alle auto.

Siamo invisibili come l’amico Pasquale Talpo che sta pagando cara l’ invisibilità di noi ciclisti.

https://www.lastampa.it/alessandria/2014/09/02/news/in-coma-da-meta-luglio-muore-campione-ciclista-1.35609034

P.S.
2 settembre 2014 Pasquale non ce l’ha fatta, dopo una vita di corse, una vita in bicicletta, dopo 48 giorni di coma, durante i quali tutti abbiamo sperato in una miracolosa ripresa, se ne è andata a 63 anni.
Addio grande campione.