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Poca salita e un rispolvero del giro della Provincia di Alessandria ma...


21/03/2015    
•    Distanza     123.51 km
•    Tempo         05:43:10
•    Dislivello     1822 metri
Oggi parlo di cani
Amo i cani, li ho sempre avuti e ne ho attualmente, sono sempre stato fortunato con i miei cani, Mirka uno splendido Pastore Tedesco trovatello, Buk, Terranova bellissimo, Pinky, meticcio simpaticissimo, tutto nero con la stella bianca sul petto, assomiglia ad un Labrador ma in miniatura, è il mio attuale compagno. Prima ancora ci furono Cily, Bill, Full, Bill, tutti meticci e ottimi compagni. Quando ero proprio piccolo, avevamo Gnuti, Pointer Dalmata e Lea ancora meticcia, io non me li ricordo, ma gli atri si, li ricordo tutti, cani fantastici, di quelli che puoi dire gli manca la parola. Sono convinto che il cane lo fa il padrone, se il padrone ha la testa sul collo ed è una persona per bene, anche il cane sarà educato e per bene, ubbidiente, tranquillo, amante dell’essere umano. Se invece il padrone del cane è una testa di c…o il cane lo imiterà alla perfezione, se il padrone è aggressivo anche il cane lo sarà, soprattutto se viene picchiato. Perché parlo di cani? Lo vedremo più avanti ora si pedala.
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Brutto tempo
I Metereologi non sbagliano più. Per oggi era previsto cielo nuvoloso o poco nuvoloso e così è stato, pioggia in serata ed è arrivata puntuale. Domani è poggia e sarà sicuramente pioggia sulla Milano Sanremo, che da quando la corrono alla domenica, il tempo è più che brutto, sarà un caso! Comunque in vista della preclusione al giro in bici sulle orme della Classica di Primavera, ho deciso di fare un bel giro questa mattina, pensavo di superare i 150-180 km puntando su Crea e Casale rientrando da Valenza, Sale, Tortona. Poca salita e un rispolvero del giro della Provincia di Alessandria ma veduto il poco sole ed il clima tutt’altro che primaverile, ho cambiato idea e mi sono inventato un giro in zona, andando a rivisitare corte salite, quasi dei muretti a pochi km da casa.
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Odio le nuvole
Non pedalo volentieri se non c’è il sole, questa mattina non fa freddo ma il cielo coperto mette tristezza e parto di malavoglia, direzione Castellazzo B.da, contro di me, una leggera brezza, un vento sottile che non mi innervosisce ma se non ci fosse, sarebbe meglio. Non so’ dove andare, sull’astigiano si prevede tempo più brutto, la parte più sgombra di nubi pare che sia il Tortonese ma ormai sono rivolto dalla parte opposta e proseguo, per un giro in zona, senza allontanarmi troppo da Casal Cermelli, che in caso di pioggia io possa prenderne il meno possibile.
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Settevie
Da Castellazzo, passato il nuovo sottopasso della ferrovia, svolto in via Trinità da Lungi e dirigo per la tranquilla strada delle Settevie, il traffico automobilistico è praticamente assente, quella che un tempo era una bellissima strada ora presenta il fondo stradale è distrutto e dopo la costruzione dei sottopassi e dei cavalcavia ha cambiato completamente aspetto. Vado a  Castelferro, deciso a puntare su Cremolino e poi Acqui Terme ma a Mantovana, vedo di sfuggita due ciclisti che svoltano in direzione dei Boschi di Sezzadio mi stimolano e parto all’inseguimento. Quando arrivo sul bivio tra Boschi di Sezzadio e Madonna della Villa, loro, sono fermi che discutono su che strada prendere, io proseguo tranquillo per i Boschi.
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Manca lo stimolo
Vado pianissimo, sono indeciso se tornare a casa o proseguire senza entusiasmo questo giro quasi forzato, quando vengo superato in velocità da un ciclista, che non saluta nemmeno col cenno di una mano e prosegue davanti a me la sua corsa. Ora capisco che io, in bici, soprattutto con l’abbigliamento invernale, non sia bello da vedere, sono tutto imbacuccato, ho il casco il paracollo, due paia di occhiali, (uno per vedere da vicino nel caso dovessi forare) le calze soprascarpe della Sidi tutte strappate ed in più in questa stagione monto la mia vecchia Carrera, gialla e verde in acciaio, pesante ma robusta e tanto amata. Lui full-carbon, senza casco, solo una piccola fascia a raccogliere i capelli lunghi, pantaloncini a tre quarti che evidenziano due polpacci da paura, pedala attorno ai 35 km\h. Aumento un po’ la cadenza è mi tengo dietro a circa 10 metri, non mi va di succhiare le ruote mi piacerebbe scambiare due chiacchiere ma poi desisto e resto li a studiarlo. I Boschi da questo versante sono meno duri che dall’altro, ci avviciniamo al primo strappo, non è duro e nemmeno lungo, fa i primi metri con il 50x19 io pure sempre dietro 10 metri, poi cambia passando al 34, la velocità crolla di botto. A questo punto, mi alzo e vado via, la velocità rimane costante a 35km/h, il cuore schizza a 184 battiti, e mi allontano.
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Ci voleva un incentivo a pedalare e me lo ha dato questo occasionale compagno. Proseguo, finalmente so cosa fare, voglio rivisitare un giro che ho fatto parecchi anni fa quando le gambe erano migliori ed i rapporti molto più duri. Io lo chiamo il giro dei muri, sono tutte salite corte e molto ripide, raggruppate a poca distanza tra loro. Cinque in tutto: Baretta dal cimitero di Rivalta, Strada AlbaretaStrada Paniazza ,La Cavalla da Visone  e la parallela che io chiamo Cavallina. Ho un 34x26 e penso che lo sfrutterò al massimo per questi piccoli muri.

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Una dietro l’altra
Al cimitero di Rivalta B.da svolto a sinistra dopo un tratto in lieve discesa, comincia la salita, 1000 metri circa divisa in due rampe, la prima, quasi 250 metri al 12%, poi spiana per riprendere il tratto finale di  circa 500 metri, con pendenza superiore al 12% e una punta del 20% a salita quasi terminata.
Proseguo sul falsopiano verso la Regione Baretta e salgo a Montaldo B.da ma invece di proseguire verso la Ex SS456, torno verso Rivalta, voglio fare Diavoleto da Rivalta B.da è da un po’ che mi mancano, mi piace questa corta salita, dura quanto basta che sale a tornanti e si ricongiunge con quella appena fatta, che ora percorro in discesa tornando ancora a Rivalta che aggiro. Svolto sulla provinciale per Pontechino, con fondo perfetto, senza traffico e dopo qualche km ecco il secondo muretto, Strada Albareta, sale a Morsasco, poco più di 2.5 km, non ha pendenze dure come la precedente, al massimo arriva al 10% ma si fa rispettare. Sono su in poco tempo e svolto indietro scendendo in direzione Acqui Terme per la Sp202 e poi la ex SS456.
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Fuori programma
Scendendo la strada di Cremolino mi torna in mente un paesino, una piccola frazione di Prasco, si chiama Orbregno, non è un muro ma mi piace la strada e decido di salire. C’ero già stato tanti anni fa, in primavera inoltrata mi era rimasto impresso nella memoria per un viale di ciliegi maturi dei quali ne avevo assaporato i frutti. Ora non hanno nemmeno i fiori ma salgo ugualmente e salgo più in su dell’altra volta, vado fino al termine della strada, salgo al cortile dell’ultima casa del paese, là dove l’ultimo tratto di salita misura il 15%. Scendo subito ritornando sulla strada del Cremolino e scendo verso Acqui fino alla rotonda, qui svolto a destra mia spetta la Strada Paniazza.
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Stada Paniazza
Google la riporta come SP202 ma è sbagliato, è semplicemente la Strada Paniazza, convergente con la Albareta e porta dritta a Morsasco in metà strada rispetto a quella percorsa poco fa. E’ durissima, sale in un unico tratto, 880 metri con punte del 16 e 17%, un piccolo fiato, ancora uno strappo e poi tutta in piano fino in paese.  Arrivato in centro proseguo per la strada che conduce al Castello del XIII secolo, appartenuto ai Malaspina, ai Lodron, ai Gonzaga, ai Centurione e ai Pallavicino. Scendo subito, riprendo la SP202, non poso indossare il giubbino anti vento perché togliendolo prima di salire la Paniazza, si è rotta la cerniera ma ormai non fa più freddo. Sempre sulla Ex456 raggiungo Visone e ancora fuori paese, dirigo verso il campo sportivo sulla SP206 detta della Cavalla perché raggiunge la omonima regione nel comune di Morbello.
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Cani e Cavalla
Me la ricordavo molto dura ma oggi non è così, sarà perché uso un 34x23 i vece del 39 ma vado su bene e quasi in cima, sento l’abbaiare giocoso di due cani, dopo pochi metri li scorgo sul pianoro alla mia destra, si azzuffano in modo giocoso. Uno è grande, bianco e marrone pare un pitbull ma ha la coda e le orecchie ed è molto più grande dello standard, l’altro sembra un lupo solo come forma non come colore. Ho quasi scollinato e sono loro a fianco, il cane grosso scatta in piedi ed inizia a rincorrermi abbaiando e ringhiando. Scatto in piedi nel tentativo di allontanarmi, il cane si avvicina, allungo il braccio destro con violenza, cerco di colpirlo, gli arrivo vicinissimo ma non lo tocco, arretra qualche metro, sembra desista. Arriva anche l’altro e si fanno coraggio. In branco non c’è paura. Potrei fermarmi ed affrontarli ma sono due, non ho tempo di invertire la marcia e scendere a rotta di collo. Aumento la velocità, sia per lo sforzo che per l’adrenalina il cuore sale a 187 battiti e (vedo ora dal grafico della corsa) la potenza schizza dai 206 a 576 W. Riesco a tenerli a bada, sono sui 40 km/h, ecco un altro attacco, aumento ancora 46 km/h, la strada in piano mi aiuta, nello sforzo, si sgancia il pedale destro, sferro un calcio che va a vuoto ma allontana di poco il cane, riaggancio, sono ad un bivio, tengo la destra e rilancio  a tutta. Finalmente li lascio dietro, rallento appena proseguendo per Morbello. Secondo il mio programma, avrei dovuto scendere verso Prasco e riprendere la strada parallela che chiamo Cavallina, molto più dura di questa appena fatta ma la paura di ritrovarmi davanti i due cani mia ha fatto cambiare idea.
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Ultimi ostacoli
Ho circa 85 km  e quasi 1400 metri di dislivello all’attivo, ci sta ancora qualche strappo e proseguo da Morbello verso Cassinelle e da lì ancora verso Cremolino, poi è la piana di Carpeneto che mi riporta a casa con un filo di vento nella schiena, la strada è un disastro soprattutto nei tratti di Mantovana e Castelferro e poi ancora a Portanova. Sono a casa con una media da tartaruga ma con 123 km e 1800 metri D+, un po’ di fifa sulla Cavalla ma tutto è bene quel che finisce bene. Sempreinsella!