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Per strada non c’è anima viva, incrocio solo una pattuglia di Carabinieri attraversando Castellazzo B.da...
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Le salite nel giro di oggi
TempoSalita 
0:28':00"  Alice Belcolle da Cassine 1
0:20':15"  Montechiaro Piana - bivio Montechiaro Alto 2
0:10':48" Muri di Turpino da bivio Montechiaro 3
0:12':41" Roboaro - Malvicino 4
0:33':20" Fondoferle - Cimaferle  
0:08':05" Belforte e San Pietro da SP456  
0:19':54" Lerma, Casaleggio Boiro e Mornese da SP170  
0:33':04" Passo dell'Alpino da SP170 (Monte Lanzone)  
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28/06/2014

  • Distanza 181.04 km
  • Tempo 07:50:26
  • Dislivello 2432 metri

L’idea

Da un po’ di tempo sto’ pensando ad un giro della provincia di Alessandria, la mia terra da sempre. Sono sicuro di averla già girata tutta, in bici ma a rate, un pezzetto per volta, quello che ho in mente è un giro di tutta la Provincia in un giorno solo, senza interruzioni, un’unica randonneè lunga tutto il perimetro della provincia alessandrina, toccando i paesi e le città più importanti, senza mai sconfinare nelle province o regioni adiacenti ma restando il più vicino possibile al confine.

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Lo studio

L’ho studiato a lungo, Casal Cermelli, dove abito e da dove di solito partono i miei lunghi giri, è situato centralmente rispetto all’asse Nord-Sud e posizionato ad Ovest a pochi km dalla provincia di Asti. Il percorso è vario, collina, montagna, pianura, c’è tutto quello che un ciclista desidera. La mia intenzione è quella di percorrerlo in senso antiorario, dando la precedenza alle salite e non ce ne sono poche, che caratterizzano la zona di Acqui Terme ed Ovada fino a raggiungere la Val Borbera ed il tortonese. Poi affrontare la pianura della Lomellina e terminare con le colline del Basso Monferrato, dolci e meno impegnative fino a raggiungere ancora Casal Cermelli transitando per il Capoluogo Alessandria.
Il giro come l’ho concepito io raggiunge la distanza di circa 400 km. So’ che li posso fare, in passato ho già superato i 300 di un bel pezzo basta avere la giusta forma fisica, il dovuto allenamento ed il bel tempo dalla mia ma soprattutto la cosa più importante, la giornata giusta, quella dove non senti la catena, e le ruote girano quasi da sole.

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Ci provo
Questa mattina ho fatto il primo tentativo, sono fermo dal 2 giugno, 26 giorni, ho subito un piccolo (neanche tanto) intervento chirurgico programmato da tempo, che mi ha impedito di salire in bici per diverso tempo e poi ci metti anche il lavoro (meno male che c’è ancora) e la bici ha messo la polvere cosi come le mie gambe hanno messo i peli. E allora, spolverata la bici e tagliati il peli, questa mattina presto, ho dato il via al primo tentativo. Sveglia alle 3 e 30 colazione, scorta viveri, bici pronta da ieri con le luci nuove, davanti e dietro, (sono indispensabili) macchina fotografica e culo in sella alle 4 e mezza spaccate. Fuori temperatura gradevole ma sono necessari i manicotti e lo smanicato, il cielo un tetto di nuvole bianche, niente vento, niente traffico, uno spettacolo. Chiaramente sapevo già ancora prima di partire che il giro completo, oggi, sarebbe stato solo un’utopia ma la voglia di tentare era tanta per cui go, si parte.

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Strade deserte
Per strada non c’è anima viva, incrocio solo una pattuglia di Carabinieri attraversando Castellazzo B.da mi avvicino al lato Ovest della provincia, poi un pezzetto di tangenziale, che abbandono subito scendendo a Borgoratto, Frascaro, Gamalero, devo raggiungere Cassine e mi tocca un altro pezzetto di tangenziale. è ancora buio quando inizio a salire verso Ricaldone, Alice Belcolle.
E’ incredibile quanto sia bello ed entusiasmante pedalare di notte, dopo un po’ gli occhi si abituano all’oscurità e si riesce comunque a vedere le cose che ti circondano, i vigneti, gli alberi assumono un aspetto suggestivo che di giorno manca completamente. La vera difficoltà sta’ nel distinguere i buchi sulla strada, prima che vengano inquadrati dal faro anteriore.
Scendo verso Acqui Terme che fa quasi l’alba, la bici scivola leggera in mezzo alle ombre, la temperatura cambia, ci sono 17°C, si sta’ benissimo. Acqui è passata ma mi sono distratto e invece di seguire le indicazioni per Savona ho divagato un po’ ma sono nuovamente sulla strada giusta. Terzo, ora è SS30 il traffico aumenta ed il cielo si fa più chiaro. Bistagno, Ponti, sono già 50Km percorsi.

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Le prime salite

Proseguo per Montechiaro Piana, per evitare di sconfinare nell’astigiano, svolto a destra verso Montechiaro Alto, Turpino, Pareto, appena prima di Roboaro dovrei svoltare sulla SP216 per restare il più vicino possibile al confine ma volo l’incrocio e ripiego sulla SP217 per Malvicino, allungando di qualche km il percorso. Scendo sulla strada del Sassello, a quest’ora i motociclisti dormono ancora, per fortuna. Passando vicino al bivio dei Fogli mi viene voglia di salire, cambiare ancora il percorso ma poi proseguo e vado su per la salita di Fondoferle, temibile come sempre, anche alla mattina presto.

 

 

Cani al seguito

Salgo tranquillo fin che nei pressi di una cascina due cani, un bassotto che non arriva nemmeno a i pedali ed un bracco che se volesse potrebbe comodamente azzannarmi le natiche, abbaiano e si avvicinano ai garretti, accelero, cerco di calmarli a parole, non posso sganciare i pedali per alzare le gambe, se smetto di pedalare è finita, non riuscirei più a salire n bici data la pendenza. Sentito il fracasso, la padrona decide di richiamarli ma il bassotto insiste e sale qualche decina di metri con me, poi sfiancato desiste e ritorna a casa. Proseguo nuovamente con calma. non so quanti km riuscirò a percorrere oggi, spero almeno di superare i 200 e cerco di salvare la gamba.

 

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Le colline ovadesi
Scollino, ho superato da poco i 100 km, cerco con gli occhi la fontana ma mi sfugge e proseguo con una borraccia vuota verso Cassinelle, poi è Molare, decido di mangiare qualcosa, un ciclista con zaino a corredo seduto su una vecchia cigolante bici in acciaio mi supera salutando. Mangio tranquillo e prima che arrivi ad Ovada lo riprendo, si svolta tutti e due per la strada del Turchino, lui prosegue ed io svolta a sinistra per Belforte. Scorta d’acqua alla fontana, poi Lerma, Casaleggio Boiro, Mornese. Altro ciclista che supera, scambiamo due chiacchiere, lui ha quasi terminato il giro, del mio non parlo, non so’ ancora quello che farò. Allungo e lo perdo per strada ma sento che le gambe non rispondono più bene come su per Cimaferle, decido comunque di affrontare l’Alpino.

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Abbandono

Dopo un paio di chilometri so’ già quello che farò appena scollinato. Le gambe non girano, salgo male, non in affanno ma non vado su, la salita benché corta sembra interminabile, quel maledetto ultimo tornante dopo il quale è tutto facile perché la strada prende a scendere, non arriva mai. Era prevedibile, lo avevo messo in conto, tre settimane fermo si pagano, anzi dovrei essere contento di aver raggiunto i 150 km. Scollino ancora ed è tutto più facile ma la crisi c’è, il metabolismo è sceso, impossibile recuperare ed impossibile proseguire sul percorso pianificato, cerco di mangiare qualcosa ma non serve più ormai. Voltaggio, Carrosio, do uno sguardo al bivio per Sottovalle che dovrebbe portami in valle Scrivia e proseguo dritto verso casa. Ho il vento a favore e non faccio fatica. Rientro a mezzogiorno dopo 181 km, quasi otto ore di corsa e 2400 metri di dislivello, 55 i km in salita e 6300 le kCal consumate. Peccato la giornata era giusta per il clima fresco ma non era la mia giornata. Ci riproverò presto, è il mio sogno nel cassetto.