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la luce del sole è sufficiente per vedere ed essere visto quindi...

2013 08 31 oropa 2013 galleria di rosazza

Le salite nel giro di oggi
TempoSalita 
0:11':28" San Salvatore da rotatoria Gerlotti 1
1:42':09" Oropa e Galleria di Rosazza da Biella (via Favaro) 2
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Giri collegati
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 31/8/2013    
•    Distanza     263.95 km
•    Tempo        10:29:16
•    Dislivello     1911 metri
Partenza che è ancora scuro,
la strada è lunga e bisogna anticipare un po’ i tempi per rientrare per il chiaro, sta’ finendo l’estate e le ore di luce si sono ridotte di molto, ho previsto almeno 11 o 12 ore di bici più le soste sui quasi 280 chilometri da coprire. Il viaggio prevede di raggiungere Biella per la via più corta, cosa che non ho mai fatto prima, per evitare il traffico delle superstrade, ma la cosa si rende necessaria per via della partenza con il buio, anticipando l’alba di circa 45 minuti. Ho una luce posteriore ma raggiungendo e attraversando Alessandria, perfettamente illuminata riduco il rischio presente solo nel tratto tra Casal Cermelli e la città, poi verrà chiaro e sarà tutto più facile.

Superato San salvatore
la luce del sole è sufficiente per vedere ed essere visto quindi via verso Casale Monferrato, Vercelli, Caresana Blot, Formigliana a Villanova Biellese l’interminabile piattone sembra cessare dando alla strada una leggera pendenza a salire in falsopiano che cresce avvicinando Biella. Attraverso la città seguendo gli enormi cartelloni provvisori che indicano la strada per il santuario di Oropa, dopo un primo strappo corto e non duro arrivo all’incrocio con Via Santuario d’Oropa e via Filippo Juvarra, entrambe danno accesso alla strada per il Sacro Monte unendosi dopo qualche chilometro, la prima è più dura e scelgo quella. Nell’incrocio, all’ombra di un grande albero è posta una freschissima fontana e qui mi fermo a mangiare qualcosa in compagnia di un folto gruppo di pellegrini che saliranno al Santuario a piedi, quando decido di partire, vedo arrivare un ciclista che sceglie la via più facile.

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Salgo tranquillo
il primo tratto di Via al Santuario raggiunge pendenze del 10%, i pellegrini salgono in ordine sparso a gruppi di due o tre e c’è qualcuno che sale di corsa. Al bivio per Favaro tengo la destra seguendo il tracciato della cronometro del Giro d’Italia del 2007 vinta da Burseghin, le pendenze sono veramente alte e devo farla quasi tutta in piedi sui pedali, sto’ diventando vecchio e mi sa che il 39x26 non basta più. Superato il primo troncone duro si arriva nel centro abitato dove la strada, da asfaltata diventa in pavé e le pendenze si azzerano quasi totalmente ma appena si esce da Favaro, la strada tornata in asfalto si impenna nuovamente e la pendenza alta continua anche dopo l’incrocio con la strada principale. Mentre raggiungo l’incrocio intravvedo il ciclista di prima, ci separano circa 200 metri e lo mantengo a quella distanza per quasi tutta la salita poi dopo una curva sparisce.

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Salgo con calma
so che la strada del ritorno è lunga e non voglio ingaggiare battaglie inutili, solo tre piccoli respiri per le gambe nei 13 km di salita, la strada è fantastica sia come fondo che come struttura, quasi interamente all’ombra e immersa nel verde della faggeta, copre un dislivello di 757 metri con una pendenza media del 5.8%, questi dati riportati su salie.ch, ma il mio ciclo computer ha segnato un picco del 15% ed una media del 7%.
Sono in cima, tanta gente e tanti i ciclisti ma il mio antagonista non lo vedo, faccio il solito giro per il piazzale, poi mangio qualcosa, quando decido di ripartire per la galleria di Rosazza, al cancello principale vengo fermato da un incaricato del comune di Biella che mi fa una piccola intervista statistica alla fine della quale mi regala una confezione di torcetti al burro della ditta Massera di Biella, li ripongo nella borsa da manubrio e riparto per affrontare i quattro chilometri e mezzo che mi separano dalla galleria di Rosazza. La strada sale costantemente tra il 5 ed il 7% la percorro da solo in circa 20 minuti e solo a salita quasi finita quando la strada spiana, vengo raggiunto e superato da due ciclisti di Varese, in vetta mi chiedono notizie sulla strada che scende l’altro versante e su che giro si può fare per tornare a Biella, attraversano la buia galleria con un po’ di timore, io la conosco e li precedo spedito ma con attenzione. Dall’altra parte il panorama mozzafiato sulla panoramica Zegna è appena affievolito da una scarsa nebbia, indosso manicotti e giubbino e mi butto giù per i tornanti facendo molta attenzione ai punti dove il pavimento stradale è formato da grosse pietre cementate con grosse fessure tra un blocco e l’altro.

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Sono al Santuario di san Giovanni,
non entro, ho premura e mi limito allo scatto di alcune foto scendo ancora fino a fondo valle dove inizia la salita per Bielmonte ma quest’anno non fa per me proseguo sulla strada per Biella, Campiglia Cervo, San paolo C., Balma, Andorno Micca, la strada scende sempre fino a che si raggiunge Biella, ora è falsopiano a scendere, ma ho il vento a sfavore, proseguo per Sandigliano, Vergnasco, Magnonevolo, poco prima di Salussola, al termine di un corto strappo vengo raggiunto da un gruppo di ciclisti del luogo, tre ragazzi e due donne, hanno un buon passo e mi aggrego scambiando qualche parola, dopo Salussola uno dei ragazzi, il più giovane si lancia in una sgroppata a più di 40 km orari e tutti a ruota in fila indiana lo seguiamo per più di 15 km fino a raggiungere Cigliano dove un altro gruppo di ciclisti li sta aspettando. Ci salutiamo ed io riprendo il mio viaggio solitario e controvento verso Livorno Ferraris, qui decido di variare il giro che prevedeva un rientro passando per Crescentino e Gabiano e proseguo per Trino e Casale Monferrato, da qùì Alessandria e poi casal Cermelli.
264 km, 10 ore e mezza, quasi 200 metri di dislivello, tanta pianura da far venire la nausea, penso che questa sarà l’ultima volta che raggiungerò Oropa da casa.