fb e mail ridewhitgps logostrava logogarmin logo

immagine altimetrica

Le salite nel giro di oggi
TempoSalita 
0:1o':07" Galleria di Garbagna da Molo Borbera 1
0:34':07" Montalto Pavese da Casteggio 2
 logo transparentfotofacebookstrava

20/08/2016

  • Distanza 251.42 km
  • Tempo 11:21:28
  • Dislivello 3035 metri

Scollino il Turchino
Ho appena scollinato il Passo del Turchino, ultima salita di questo giro del mare. Sono salito piano, anzi pianissimo ma mi devo accontentare, non ho più vent’anni e tutto rallenta anche il mio passo in salita. 39x21, girando piano le gambe a volte in piedi a volte seduto, piano così sono arrivato in cima. La nuova galleria è arrivata inaspettata ma l’ho incontrata con piacere, simbolo della mia fatica terminata, ora è tutto semplice, 50 chilometri mi separano da casa, cinquanta chilometri di solo piacere, col vento nella schiena. Ho iniziato questa ultima salita senza un goccio d’acqua nelle borracce, in tutta Genova, non ho trovato una sola fontana, tanto che al bivio per le Giutte, ho avuto la tentazione di svoltare a destra per fare rifornimento ad Acquasanta ma poi ho proseguito sulla SP456 e a Mele in una pizzeria sono riuscito ad avere un litro di acqua gasata. Il proprietario, me l’ha offerta, non ha voluto soldi in cambio, solo la promessa fermarmi a mangiare una pizza nel caso fossi passato ancora da li. L’acqua gasata è finita presto ed ho dovuto fare un’altra sosta alla fontana di Fado Alto. L’acqua più buona cha abbia mai bevuto, la sete è sete e senz’acqua non si va da nessuna parte. Anche se il cielo è tutto nuvoloso, giù dalla bici fa un caldo insopportabile e la sensazione di fresco che si ha appena si ricomincia a pedalare è impagabile.
Ho appena attraversato la nuova galleria del Turchino, la fatica è terminata, scendo immediatamente senza coprirmi ma l’aria è stranamente fredda, sono sudato marcio e la discesa mi mette a disagio fino al punto di fermarmi per coprirmi. Per fortuna ho portato con me il necessario. Ora sono fermo e solo ora noto che la strada a poco a poco si bagna. Il cielo al di qua del Turchino è molto coperto e grosse gocce d’acqua iniziano a cadere rade mi butto giù per la discesa e le gocce aumentano d’intensità, ora piove. Penso che superato Masone, tutto svanisca e proseguo pensando al giro di oggi, che è quasi terminato.

immagine 01
immagine 02
immagine 03
immagine 04
immagine 05


1001 Miglia
“Quando sono partito questa mattina alle sei, era ancora buio, il cielo quasi nuvoloso, l’aria tiepida, l’alba vicina ed io mi avvio verso la valle Scrivia. Bosco Marengo, Novi Ligure, Serravalle, città deserte, solo io per strada con le mie luci di visibilità che ormai non servono più perche è già chiaro. Arquata Scrivia, Isola del Cantone, Ronco, un po’ di vento fastidioso e contrario. Ciclisti, in direzione contraria, a gruppetti o in solitaria, anche loro sono equipaggiati con luci e borse, qualcuno è anche vestito pesante, segno che hanno pedalato tutta la notte, penso subito alla 1001 Miglia che si corre in questi giorni. Ora che sono a casa ne ho la certezza, si tratta della quindicesima tappa Deiva Marina -  Casella. La 1001 Miglia è la corsa più lunga ed estrema che si svolga in Europa, con partenza ed arrivo a Nerviano su di un percorso lungo 1609 km mi vien male solo a pensarci ma torniamo al mio giro. Busalla, Casella,  Montoggio, inizia la leggera salita verso il Passo della Scoffera. Tre giovani ciclisti mi raggiungono e mi accodo, aumentando di poco l’andatura. Chiedo loro dove stiano andando e mi dicono Propata, chiacchiero per qualche minuto con uno di loro, mi da del lei e questo mi fa capire quanto sia vecchio il mio aspetto. Uno dei tre allunga sull’ultimo strappo, gli altri due non rispondono, lo faccio io, in piedi, col 53, per dimostrare che poi non sono tanto vecchio come sembra. Lo raggiungo e cerco dialogo, non risponde, faccio ancora qualche domanda ma non mi guarda neppure in viso, eppure sono di poco davanti a lui e lo guardo ma lui non alza lo sguardo verso di me. Ripeto la domanda alzando un po’ la voce, nulla, chiedo scusa ed allungo sparendo dalla loro vista. Voglio sperare che fosse sordo e muto e non un semplice maleducato.”

immagine 06
immagine 07
immagine 08
immagine 09
immagine 10

Inizia a piovere
Scendo questi primi chilometri del Turchino e la pioggia aumenta, Masone, si sa, è il paese più piovoso d’Italia, difficile attraversarlo col sole, per cui oggi è tutto normale, spero solo che spiova presto. La strada è inzuppata d’acqua e le calze bagnate anch’esse scivolano dentro le scarpe che iniziano a gocciolare. Scendo sempre pensando a tutta la strada fatta oggi, cercando di non fare caso all’acqua che entra tra i vestiti e bagna la pelle.

{mosmap width='100%'|height='400'|kml='https://www.unrandagioinbici.it/urb/phocadownload/klm/2016/E_basta_acqua___.kml'}

La madre di Sinatra
“Proseguo, dopo i primi metri della strada per il Passo della Scoffera, Garmin mi ricorda che devo svoltare a sinistra in direzione di Rossi e San Marco d’Urri, è una strada nuova per me, di solito per scendere in Val Fontanabuona  scelgo la strada di Boasi ma ho voluto provare questo nuovo bellissimo percorso, che dopo aver scollinato il passo Colla dei Rossi, si snoda sul crinale scendendo verso la frazione Rossi dove mi attira la lapide commemorativa che narra i natali della madre di “The Voice”, Frank Sinatra, proseguo per Piancerese , Crovara, San Marco d’Urri e Ognio. Sosta per due foto e sbaglio strada, me ne accorgo solamente quando arrivo sulla SP225 vicino a Lagomarsino. Potrei proseguire, arriverei comunque a Donega e Gattorna ma preferisco tornare indietro risalendo i 2,5 chilometri fino ad Ognio e vedere per intero la strada scelta a tavolino. Orticeto, Donega, Gattorna, Cicagna e sono al bivio con la strada che sale al passo della Crocetta, poco più di 6 chilometri con una pendenza media dell’8.6%. Scollino con fatica, oggi non gira bene, qualche giorno fa quando ho fatto il Beigua, non ero affaticato come oggi, non tutti i giorni sono uguali in bicicletta. Da quassù scrutando bene tra la fitta vegetazione e la foschia, si intravvede il mare. Scendo a Rapallo, sulla riviera di Levante, inizia il mio lungo giro del mare. Attraverso la cittadina senza fermarmi e dirigo sull’obiettivo di oggi, Portofino, le strade sono affollate di villeggianti e vacanzieri che a guardali, viene da pensare: “Ma la crisi dov’è”, tra Santa Margherita Ligure e Portofino è un via vai continuo di persone e auto, un posto di blocco dei vigili controlla il traffico in accesso a Portofino. Io passo, svicolando tra le autovetture ferme e arrivo a meta. Due foto sulla piazza, non posso andare oltre senza dover abbandonare la bicicletta. Un segnale di divieto nega l’accesso alla zona pedonale alle due ruote anche se portate a mano. Lo sapevo già ed era già in conto di non poter visitare la spiaggia. Due foto e dietrofront, verso la strada del ritorno, ho già percorso più di metà strada ed ora dovrebbe essere tutto più semplice. Davanti a me la leggera ma fastidiosa salita alla Galleria della Ruta e dopo la discesa verso Camogli, i su e giù di Recco, Sori.”

immagine 11
immagine 12
immagine 13
immagine 14
immagine 15

Continua a piovere
E sono ancora sulla Ex SS456 del Turchino in direzione di Ovada, piove ancora nonostante io abbia già superato Masone da un pezzo, questa è acqua di quella buona, non fredda, non scrosciante ma bagna, come tutta l ‘acqua del mondo. Rossiglione, la discesa del Gnocchetto il punto peggiore, sto attento, evito le strisce bianche, scivolose ed infide. Garmin non scorre più le schermate, per un attimo temo che si sia bloccato mi fermo un attimo, lo strofino sugli abiti bagnati e riparte e io continuo a scendere, pensando che solo pochi chilometri fa ero senz’acqua ed ora ne sono stufo, e continuano i ricordi della giornata in bici.

immagine 16
immagine 17
immagine 18
immagine 19
immagine 20

Genova è per noi
“Entro in Genova, praticamente deserta, sono senz’acqua e cerco inutilmente un bar aperto o una fontana, proseguo fino a che Gramin mi intima di entrare nella sopraelevata mi rifiuto energicamente, devo avere commesso qualche errore nel tracciare la pista, gironzolo quasi smarrito, non conosco questa zona di città e finalmente per caso, trovo un bar aperto, gelatone, birra e minerale gasata, chiedo informazioni sulla strada da fare e riparto su Corso Saffi che corre parallelo alla sopraelevata. Garmin continua a dare segnalazioni di “fuori pista” o “Corsa ritovata” a seconda se la mia strada si allontana o si avvicina alla sua traccia. Genova è un casino anche senza traffico, un semaforo ogni 200 metri e puntualmente è rosso, è un continuo rilancio, 1 ora e quaranta minuti per percorrere i 30 chilometri da Nervi a Voltri. E Finalmente è Voltri, l’ultima salita, l’ultima fatica di oggi. Cielo nuvoloso ma fa comunque caldo ed inizio a salire, senz’acqua questi ultimi nove chilometri che mi separano dal passo del Turchino”

immagine 21
immagine 22
immagine 23
immagine 24
immagine 25

Bagnato fradicio
Dopo il passaggio per Rossiglione, dove l’acqua la tiravano a secchiate, ora pare che stia migliorando, forse smette, sono ad Ovada e proseguo verso Rccagrimalda, gocciola appena ma la strada è ancora fradicia e l’acqua che non cade più dal cielo me la tirano addosso le ruote. Lo strappo di San Carlo lo volo incazzato nero per l’acqua presa ed ora che non piove più volo verso casa sulle strade bagnate da un acquazzone estivo che mi aspettavo ma che non ho gradito. Bel Giro del Mare questo di oggi forse il più bello fatto fin’ora con strade nuove e salite nuove e soprattutto ho fatto anche il bagno. SEMPREISELLA