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Giù in discesa verso Varese Ligure, su una strada che pare il greto di un fiume....
Le salite nel giro di oggi
TempoSalita 
1:14':55" Passo del Ghiffi da Borzonasca 1
0:12':22"   Passo del Bocco - Valico Mote Pollano 2
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21/08/2018
• Distanza 194.85 km
• Tempo 7:42:44
• Dislivello 1999 metri

“Non si tratta solamente di sfortuna, c’è anche lo zampino di qualcuno”

Commedia tragicomica
Personaggi:
• Lorenzo
• Bernardo
• Giuseppe
• Alessandro
• Con la partecipazione di Costanza
• E quella straordinaria di Massimo

Notte fonda, Bernardo dorme profondamente nel suo letto.
Lorenzo:- Nardo. Berny! BERNARDOOO, sveglia, sono le 4 e 10. Beppe e Alex sono già scesi a fare colazione. Sarà meglio che ti dia una mossa se vuoi che si parta.
Bernardo:- Sa cu suced. Sa c’l’e capità, sa cu jè.
Lorenzo:- E’ tardi e alle 5 si parte, se non ti sbrighi non riusciamo a partire per tempo.
Bernardo:- Ma c’mè? A javu da parti a ses uri. E chi cu l’ha decis ad parti prima?
Lorenzo:- Io, Beppe e Alex. Se partiamo un’ora prima, non prendiamo troppo caldo nel pomeriggio. E poi, vorrei pregarti di non parlare sempre in dialetto. Non tutti lo capiscono.
Bernardo:- E e e, loo-lo-lo sai che se pa-parlo in i-i-italiano, taaaartaglio un po-pochino.
L.:- fa come credi, se poi la gente non ti capisce non lamentarti.
B.:- Va la ch’im capisu l’istés. E po’, ‘us po savei, pirche i mei dic niente c’us partiva prima? A chent propi na pipa ad tabac per vuiater.
L.:-Sbrigati per favore, alzati che si va.

 

 

È buio pesto, Costanza la bicicletta è pronta da ieri. Lavata ed ingrassata. Garmin è carico, nella borsa al manubrio ci sono i viveri, la batteria tampone e il road book. Faro anteriore e posteriore montati. Lorenzo, Bernardo, Giuseppe ed Alessandro salgono in bici. Si parte verso Lido di Camaiore.
Due i percorsi previsti, 248 km con passaggio dal Ghiffi e 231 facendo il Bracco. Le sensazioni, decideranno al momento quale fare dei due.

Alessandro:- Bellissima notte, mi piace pedalare in notturna.
Lorenzo:- Si, anche a me.
Giuseppe:- E’ una sensazione stupenda e poi fa fresco
Bernardo:- A me, u’m pias nenta. L’è schir, us vig nenta an do cus va e poi a jo fregg.
L.:- Smettila, sei sempre il solito rompiballe. Cerca di fare il tuo lavoro e pedala.
B.:- No. No, l’è schir ‘c’me an buca au lu e me,‘an pedal nenta, fin ca vig nenta u su. Rangev da vujater.
G.:- Sempre il solito scansafatiche.
A.:- Ragazzi, c’è un problema. Il Sigma non funziona.
L.:- Noooooo. Porca miseria, proprio oggi che volevo registrare la salita del Ghiffi. Giuseppe, ti spiace tornare a casa a sostituire la pila, magari poi funziona.
G.:- Vado, ma voi non muovetevi da qui. Col buio pesto che c’è finirei col non ritrovarvi.

Giuseppe torna a casa con Costanza per fortuna è stato percorso un solo chilometro la perdita di tempo sarà minima. Bernardo continua a fare storie e nell’attesa si discute.

B.:- Què. El Ghiffi. Ma a javu decis ad fe il Bracco. Us po savei perché ‘im disi mai niente.
A.:- Ma si, Berny. Calmati, il primo tratto di strada tra casa e Carasco è uguale per i due percorsi. Quando saremo al bivio, decideremo in base alle sensazioni.
L.:- Si, è così, in base alle condizioni fisiche, vedremo come sarà la gamba.
A.:- Se sentiremo o meno la fatica della catena.
B.:- Se, la cadeina. Me la cadeja a la sent sa ades, ca suma reisi che partì.
A.:- Ma se fino ad adesso non hai ancora dato un colpo di pedale, stiamo facendo tutto noi.
B.:- E, schisemi né. E che strà ca fuma per rivé a Cernusco?
L.:- Carasco, Bernardo si chiama CARASCO, CA-RA-SCO.
B.: Eeee va ben, Cernusco, Carasco se-se-mpre pe-per C co-co-comi-mincia.
L.:- Comunque la strada è la solita, l’abbiamo già fatta un sacco di volte. Possibile che non te la ricordi!?
A.:- Passiamo da Predosa e proseguiamo fino a Gavi e Voltaggio. Poi fatta la castagnola, si scende in Valle Scrivia e si prosegue per Busalla e Casella. A Laccio, si sale la Scoffera e scesi in Val Fontanabuona, si arriva a Carasco e li decidiamo cosa fare.
B.:- Hahahaha. Um’ scapa da reji.
A.:- E si può sapere perché?!
L.:- Si, perché ridi cosi di gusto.
B.:- A rei, perché a suma reisi che partì e a juma sa sbaglià strà. Per andè a Voltaggio, la strà pi cherta a l’era pasònda da la Piriusa e Basalis.
L.:- Si, hai ragione ma si può anche passare da Bosco Marengo e Basaluzzo.
A.:- Si, ha ragione Lorenzo. Anche questa strada è giusta.
B.:- Ac’se a l’è pi longa e poi a div la verità a me ad fe la Castagnola a no nenta voia. U je sa an migg ad salita da fè ancoi. ‘Tnuma da chent l’archétt che la sunada al’è longa.
L.:- Si, forse hai ragione Berny, tiriamo dritto per Novi Ligure e poi sarà comunque valle Scrivia.
A.:- Sentiamo Beppe e se anche lui è d’accordo, facciamo così.

Giuseppe è di ritorno e non ha buone notizie riguardo al Sigma.

 

G.:- Ciao ragazzi, niente da fare, ho sostituito la batteria ma non funziona. Ogni volta che si lava la Costanza succede questo problema. Penso che quell’acquazzone dello scorso mese sul Brallo, quando l’acqua la tiravano giù a secchiate abbia danneggiato oltre che l’unità centrale anche il trasmettitore della velocità.
L.:- Si, ma quando abbiamo spedito tutto alla Sigma ed hanno sostituto il ciclo computer in garanzia, possibile che non si siano accorti che anche il sensore di velocità dava problemi?
A.:- Boh, è un mistero. Va beh, andiamo che viene tardi. Ah, Beppe, noi avremmo deciso di saltare la castagnola, va bene anche per te.
G.:- Guarda, stavo per proporvelo, quella salita la possiamo fare sempre, teniamo le gambe per il Ghiffi.
B.:- Ecco, ai suma turma an cul Ghiffi, ma i sei propi malavi né.
L.:- Dai, dai è ora di muoversi tra poco è chiaro.

Proseguono nella frescura dell’alba e superata Novi Ligure si avviano per la Valle Scrivia, risalendola verso Casella e dopo aver raggiunto Laccio e superata la corta salita della Scoffera, discendono verso la Val Fontanabuona.

B.:- Va piòn che la strà a l’è tita ruta, al va afinì ca ciapuma cuc crep an tera.
L.:- Ma sta tranquillo Berny che la Costanza sa il fatto suo. È morbida, leggera, sicura in frenata.
B.:- Se ma sla ciapa in bog tai da vighi ando c’anduma a fini.
A.:- Guarda Berny, in un attimo siamo già a Ferriere, la discesa brutta è terminata, ora è solo falsopiano, e seguendo il torrente Lavagna, filiamo dritti come fusi verso Carasco.
B.:- ma a l’era nent Cernusco?
A.:- No, quello è sul Naviglio, proprio da tutt’altra parte.

In poco tempo si raggiunge Carasco ed è il momento di scegliere il percorso. Mare o Monti

 

L.:- Allora ragazzi, come stiamo a gambe?
A.:- Bene
G.:- Ottimo
B.:- Me ai sent pi, comunque fe c’me chi vori. Sa pos av dag na mòn ma an cun riserva.
L.:- Va beh, lasciamo perdere, io dico Ghiffi e voi?
G.A.:- Ghiffi, Ghiffi, Ghiffi.
B.:- Ma se, fe c’me chi vori, me av-ven a drera.

E alla grande rotatoria, si svolta verso Borgonovo Ligure

 

B.:- Specia, specia. A jo vist la freccia per il Bocco, sa ciapuma per da le, a scansuma in bel toc ad stra.
L.A.G.:- E piantala di remare contro, se non ne avevi voglia, dovevi rimanere a casa. Ghiffi, deciso per il Ghiffi.
B.:- ma se antont, poi riva an sel Ghiffi, l’unica stra cu je la porta an sel Bocco.
L.A.G.:- Bastaaaaaaa!

A Borzonasca, si attacca il Ghiffi, all’inizio leggero come una piuma ma man mano che si sale, soprattutto dopo Prato Sopralacroce la strada si impenna e diventa salita dura.

A.:- Dai ragazzi, manca poco, tenete duro.
B.:- Me a no a basta, um fa ma ‘l gòmbi. Fermunsi in mument.
L.: Dai, dai ancora qualche chilometro ed è finito.
A.G.:- Dai teniamo duro.

E finalmente il Passo Ghiffi è superato, la lieve discesa verso il Bocco da un po’ di ristoro alle gambe di tutti.

 

B.:- Fioi, quònt chilometer ca juma fac fin’ades?
L.:- Fino ad ora abbiamo fatto 144 chilometri, all’arrivo ne mancano all’incirca 100, 110 e saranno i più noiosi. Basta salite solo falsipiani e pianure.
A.:- E comincia a fare caldo.

Giù in discesa verso Varese Ligure, su una strada che pare il greto di un fiume.

B.:- Piòn fioi, piòn. L’era brita cula ad Boasi ma ista ca chi ai da di ponc.
L.:- Si ragazzi, attenzione a dove si mettono le ruote. È terribile questa discesa.
B.:- Ma, di man po’ and oca suma?
A.:- Val di Vara ragazzi, tra poco passeremo da Zanega e la discesa è finita ed inizia il falsopiano, poi Varese Ligure, San Pietro di Vara e Ponte Santa Margherita e dopo Borghetto di Vara saliamo sull’Aurelia.
L.:- Speriamo che la strada migliori che fino ad ora è stata un vero disastro.
A.:- Ecco Borghetto.
B.:- A la snistra, a la snistra.
L.:- ma no, si deve andare a destra
B.: Vòta a la snistra, a jo vist in bar, anduma a beivi cuicos.
L.A.G. Siiiiiiiii a bere una birra.

Quindici minuti di rifiato, una birra, un gelato e si riparte.

 

A.:- SS1 Aurelia, finalmente una strada un po’ meno fracassata.
B.:- Hei, ando cu va is che le. Dai, dai peia la rova cum da in pasagi.
L.:- Ma guarda che tipo, nemmeno un ciao, un’alzata di mano. Testa bassa e via.
A.:- Dai schiaccia che lo prendiamo
B.:- Gnaca, gnaca an si pedal, dai cai suma al crusti.
G.:- Preso. Ma guarda si volta e rilancia in piedi.
B.:- Ciapli, ciapli, lasli net scapè
Psssssssssssssssssssss.
G.:- Cosa è stato?
A.:- Ho l’impressione che Costanza abbia un problema alla ruota davanti.
L.:- Si, si è sgonfiata di botto, meno male che non si era nella discesa di prima.
B.:- Se, an cun ticc cui bog ca juma ciapa, il minim cu’m pudiva capitè a l’era ad sciupe na guma. Me av’lava dicc ad nenta ande fort e ste atent.
L.: Dai, dai, cambiamo sta camera e proseguiamo.
B.:- Fa-fa-faccio io che-e-e so-sono pratico.
L.:- Gonfia un pochino la camera che si adatta meglio al copertone. E guarda che non ci siano spine o vetri infilati dentro.
A.:- La camera è forata all’interno, guarda proprio dove il salva camera è leggermente piegato.
G.:- Aspetta che cerco di sistemarlo, ecco così va meglio. Berny, gofia poco e controlla che la camera sia ben inserita.
B.:- Citu, citu ma a vot mustré ai gat a rampgnési.
Pssssssss.
L.:- E adesso cosa succede?
A.:- Succede che si è forata ancora la camera d’aria.
G.: Te lo avevo detto di fare attenzione, cribbio possibile che tu non riesca a fare nulla di giusto.
B.:- Hoooooo, calma né. Me a jo fac tit cul c’lanadava fac e a l’ho fac ben.
L.:_-E allora come lo spieghi perché la camera si è ancora forata?
G.:- Aspetta che controllo bene il copertone.
B.:- Uarda, l’è bugiaia an tel medesim post ad cula ad prima.
L.:- Cribbio, controlla il salva camera.
A.: - Si in effetti è ancora fuori posto. Lo sistemo meglio.
B.:- Per me a l’è la tropa coud, uarda u termometro u marca 40 grado. Se poi il sa-salva ca-ca-camera a l’è an po’ baloss e u sa sposta ando cu vo. A-a-a-altro che-che fo-forature.
L.:- Ora la cambio io. Questi cerchi col bordo rialzato sono terribili per togliere e mettere il copertone. Ecco fatto, gonfio?
A.G.B.:- E gonfia!
L.:- Tiene, visto. Tiene, resta gonfia, non si è più scoppiata.
L.G.B.A.:- Aleeeeeeeeeeeeeeee si parte.
A.:- Raccolgo i ferri e andiamo.
G.:- Monto la ruota.
Pssssssssssssssssssss.
L.:- Ma porca ad cula vaca, a s’è turna sciupaia.
B.:- E ades, sat fai.? Tat biti a parlé an dialet anche te?
A.:- Siamo a piedi ragazzi. Cosa facciamo ora?
B.:- Anduma a pè!
G.:- Si a piedi, coi tacchetti, un caldo da bestie e mancano ancora quasi sessanta chilometri a Lido di Camaiore.
L.:- Chiamo Massimo, per fortuna a Viareggio, è venuto in macchina e non in treno. Gli mando la posizione GPS.
A.:- Giro finito, ci tenevo ad arrivare fino a la in bici ma contro una situazione simile, non si può fare nulla.
L.:- E si, la sfiga è sfiga e nel nostro caso ha picchiato duro.
B.:- Ma me da quod ca vaga n bicileta, u m’era mai suces ad sciupe tre voti ad fila.

Passa il tempo e il disagio aumenta.

 

B.:- Che sei fioi, u jè pi niente da beivi.
L.:- No, ti sei asciugato tutte e due le borracce.
G.:- Lo avevo detto io di fare rifornimento su al Bocco ma avete sempre fretta di arrivare.

Dopo un po’ si ferma un ciclista straniero che non parla italiano. Offre aiuto indicando la pompa ma non c’è più nulla da gonfiare, le camere sono tutte bucate. Dopo qualche tentativo di comunicare, saluta e se ne va.
Poi passa un ciclista italiano ma al di la di qualche parola di conforto, non può fare nulla e va via anche lui. Poi finalmente ecco Massimo.

B.:- Dai smonta la rova da drera che a cariuma Costanza an s’la machina.
L.:- Hei, volete saperne una? È forata anche la ruota posteriore. Oggi è proprio una giornata no.
B.:- Dai lasla buji jen- na pi jen- na menu u cambeja niente. U gir a ‘lè fini ac’si chi.

La storia ha del grottesco e mentre stavo aspettando che mio cognato arrivasse, ho immaginato di non avere fatto da solo il viaggio fino a li.
I nomi non son inventati:
• Costanza è la mia bici HBM SLEEK
• Bernardo era il mio secondo nome
• Giuseppe il terzo
• Alessandro il quarto
Una volta usava così ma per comodità di firma, ho voluto modificare all’anagrafe mantenendo solamente il primo, Lorenzo. SEMPREINSELLA