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Anche ora che sono a ruota di questo ragazzo bruno...

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Le salite nel giro di oggi
TempoSalita 
0:39':09" Passo della Bocchetta da Voltaggio 1
0:14':51" Pino Soprano da Piccarello 2
0:18':18" Fontanegli e Bavari da Genova Doria 3
0:37':03" Portofino Kulm da Recco 4
0:58':04" Passo della Crocetta da Rapallo 5
0:46':30" Passo della Scoffera da Ferriere (GE) 6
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21/09/2013       

  • Distanza 237.34 km
  • Tempo10:30:03
  • Dislivello 3329 metri

Non so il suo nome,
non glielo ho chiesto, mi ha raggiunto appena fuori Cicagna, salutato garbatamente e superato, io mi sono immediatamente portato a ruota, ho pensato che dopo tanti chilometri da solo un po’ di compagnia non avrebbe fatto male, la velocità è aumentata di poco, dai 25 km/h siamo saliti a 31. Ho male alle gambe e spero di tenere ruota ancora per un po’, l’ultima salita che fo affrontato salendo da Rapallo al passo della Crocetta mi ha segnato, non è particolarmente dura, 10 km al 6% di pendenza media, con i primi sette km abbastanza costanti, 5, 6% con brevi respiri sui tornanti, dopo il bivio per il santuario di Montallegro, si tiene la sinistra e la strada si impenna immediatamente arrivando a superare il 13%, un breve fiato e salta ancora su all’11, ancora fiato e 10%, 9% ancora 11% e via così fino in cima. In condizioni normali, non mi avrebbe creato problemi ma dopo aver percorso 120 km, con 2000 metri di dislivello e come al solito, avendo sottovalutato il fattore alimentazione, con il livello dello zucchero nel sangue in riserva, ecco che le gambe non girano, la pendenza della strada sembra insuperabile e arranco facendo una fatica immensa.

Anche ora che sono a ruota
di questo ragazzo bruno, slanciato, dai caratteristici somatici sud americani che spinge sui pedali della sua SCOTT, sto’ facendo un po’ di fatica, le mie gambe di legno non vogliono girare sul lungo falsopiano che porta da Cicagna verso Gattorna, tengo duro, alleggerisco il rapporto ma resto a ruota, la velocità aumenta a 35 km/h, sto’ per mollare quando il ragazzo rallenta improvvisamente facendo crollare la velocità a 20 Km orari e si volta a guardarmi. Penso che sia infastidito del fatto che non do cambi, faccio un piccolo scatto e mi porto al suo fianco, lo guardo e prima che io possa parlare mi dice che è scoppiato, che non ce la fa più, che è in bici da questa mattina, in auto,con alcuni amici ha raggiunto il passo della Scoglina e dopo un giro ricco di salite ha pensato di rientrare in bici a Prato nel quartiere di Struppa a Genova.

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Anch’io sono in bici dalle sette,
era appena l’alba quando, con il fanalino posteriore acceso mi sono diretto verso Portanova, Capriata, San Cristoforo e Gavi, una strada di avvicinamento a Genova singolare, di solito passo da Serravalle ma oggi voglio un giro circolare, senza calcare due volte la stessa strada e quindi viaggio un po’ svogliato verso Voltaggio. La temperatura sfiora appena gli 11°C, faccio fatica a scaldare i muscoli, ho il busto protetto dal giubbino smanicato del Perdale Godiaschese, i manicotti sulle braccia ma le gambe sono nude, respiro male, i quindici giorni di inattività si fanno sentire, purtroppo. Salgo la Bocchetta e pian piano le cose tornano a girare per il giusto verso, l’aria è umida e man mano che il sole si alza, il bosco attorno a me respira lasciando salire sulla strada soffi di aria tiepida che mi riscaldano piacevolmente, mentre dalle fronde degli alberi scendono gocce d’acqua, quasi come se piovesse. Le gambe girano e riacquisto fiducia ed in poco meno di 40 minuti sono in cima. Mi fermo a fare qualche foto con l’autoscatto accanto al monumento a Coppi e Luigi Ghiglione il patron del giro dell’Appennino, poi giù verso Campomorone.

Chiacchiero,
con questo ragazzo, è Colombiano, un “Colombiano anomalo“ puntualizza, perché in genere i ciclisti della Colombia sono piccoli e leggeri ed in salita volano, lui è alto, magro da far paura ma alto, un fi-sico perfetto e dice che in salita non è certo un fulmine. Ed ora che la salita verso Boasi sta’ iniziando in sor-dina, potrebbe la sciarmi lì quando vuole, gli ricordo che se ha fretta di rientrare, non deve sentirsi n obbligo verso di me ma risponde che gli fa piacere chiacchierare. Ha trent’anni, è sposato con due figli e dalle sue parti dicono che un uomo che ha preso moglie raddoppia l’età, scherzando rispondo che allora è più vecchio di me che ne ho 57. Saliamo, io agile lui con il 53, si è appassionato alla bici quando per risparmiare i soldi dell’autobus, ha iniziato a recarsi al lavoro in bicicletta, poi ne ha acquistata una usata, fuori misura per lui, ora ha la SCOTT, 2000 euro, pagata a rate, corre per una squadra di Genova e quest’anno ha fatto tutte le gare della Coppa Piemonte.

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Io quest’anno non ho fatto neppure una gara,
mi sono limitato a fare questi miei lunghissimi giri, da solo, mendicando compagnia lungo la strada, per renderli meno solitari e duri. Il vero problema di un giro in soli-taria che supera i 200, 250 km è il rientro, è la parte più dolorosa del percorso, perché sei svuotato delle forze, delle idee e manca l’obiettivo ormai raggiunto della salita da scalare, del punto lontano ormai toccato, rimane la necessità di tornare per strade percorse ormai centinaia di volte, manca l’incognita della via sconosciuta, dell’avventura, non c’è più stimolo. Ecco perché se trovo qualcuno sul mio percorso ed ha un passo abbordabile mi fa piacere ed accompagnarlo, accresce la mia voglia di pedalare, staccare dalla solitu-dine aiuta lo spirito e la strada scorre più veloce. Questo, racconto al mio occasionale giovane amico ed è forse per questo che lui si ostina ad accompagnarmi, spingendo il suo 53 su per la salita verso Boasi. Mi chiede come sia la vita ad Alessandria mi racconta che a causa della crisi, ha perduto il lavoro di facchino d’albergo ora vive facendo piccoli lavori da idraulico, quello che capita ma è dura tirare avanti con due figli. È in Italia da quindici anni è sposato con una italiana e si sente un italiano a tutti gli effetti.

Questa mattina dopo essere sceso
dalla Bocchetta, ho attraversato Campomorone, Pontedecimo e Bolzaneto, con un po’ di fatica ho trovato la strada verso Sant’Olcese, la seconda salita della giornata, leggera, quasi quattro km al 5% a Piccarello ho svoltato a sinistra in direzione di Torrazza e dopo la Galleria, imboccata la via di Pino, sono sceso a Molassana, una rapida corsa su via Struppa e ancora su verso la terza salita, un po’ più dura, quattro km al 6%, con punte dell’11, che mi ha portato a scollinare Fontanegli e Bavari, per poi scendere verso San Desiderio, ad Apparizione mi lascio sulla destra il bivio per il Monte Fasce e raggiungo Corso Europa, nel traffico di Genova, ancora poco e si vedrà il mare.
Sono a quota zero,
Quinto, Nervi, esco da Genova e raggiungo Bogliasco, Pieve Ligure, Sori, finalmente Recco. Lascio l’Aurelia e scendo a Camogli per fare tutta la salita verso la vetta di Portofino, in tutto 6 km al 7%, risalgo per via Salita Priaro e ritorno sulla SS1 cinquecento metri e sono alla galleria RUTA, qui il varco per Portofino Kulm, salgo subito verso la meta del mio viaggio di oggi, la strada privata è molto bella, tutta immersa nel bosco, arrivando sul piazzale in pavè adibito a parcheggio per i visitatori, un cartello indica che la strada per l’albergo è riservata ai clienti dello stesso, proseguo ugualmente fino ad arrivare vicino all’imponente edificio del Portofino Kulm. Macchine di lusso parcheggiate ai lati della strada e facchini in livrea attendono l’arrivo dei clienti. Scatto qualche foto e scendo verso l’Aurelia, attraversando la galleria di Ruta mi butto in discesa verso Rapallo.

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Io ed il mio occasionale amico
continuiamo a salire chiacchierando, i tratti più duri sono ormai superati e dopo Boasi rimangono pochi chilometri quasi leggeri, si parla delle gare della Coppa Piemonte, dell’arrivo ad Oropa previsto sul giro d’Italia del 2014 e finalmente si scollina, si attraversa la galleria di Sottocolle e dopo un ra-pido saluto ci lasciamo, ognuno per la propria strada, lui già in discesa verso Genova Prato ed io con ancora pochi km di salita leggera verso il passo di Scoffera, 55 km e sono a casa giù a tutta.