La bici da corsa è per me un mezzo comune di trasporto, la utilizzo nei mesi estivi per andare al lavoro e tutto l'anno per puro divertimento. Amo le lunghe distanze e per questo motivo ho abbandonato le uscite di gruppo, che un tempo praticavo con assiduità. Ho messo da parte sia le scorribande del sabato pomeriggio, con i ragazzi della Familiare di Alessandria, che i giri tranquilli della domenica mattina con i Brik del negozio Olmo, per dedicarmi quasi esclusivamente ad escursioni che molte volte superano i 200 km. Unici compagni che hanno la mia stessa caratteristica ed abbinano il senso di avventura, con la forza di resistenza, sono gli amici di sempre Marco e Sara. Con loro, oltre a fare lunghi giri, faccio anche lunghe chiacchierate, scoprendo salite e strade nuove. Non percorro tantissimi km in un anno, non sono come l’amico Livio che riesce anche a farne 36.000 in un anno, io rimango tra gli otto ed i nove mila km annui ed ultimamente, causa il lavoro e altri impegni, esco in bici mediamente 4 o 5 volte al mese ma quando sono in bici, ci sono per tutto il giorno.
Spesso nel viaggio di rientro, soprattutto quando il giro sfiora o supera i trecento km, mi chiedo cosa mi spinga ad affrontare tanta fatica, tanta salita, tanta strada e mi riprometto di appendere la bici al chiodo e non usarla mai più ma poi, dopo il rientro, la doccia, il riposo, sono pronto a ripartire per un’altra avventura.
Il primo giro superiore ai trecento chilometri, è stato Casal Cermelli-Alassio-Casal Cermelli nel 2011 ad agosto, partito per scommessa e seriamente intenzionato a raggiungere Alassio, dove mio fratello Francesco trascorreva le ferie, non sapevo se sarei riuscito a rientrare ma avendo un appoggio sicuro sul posto, avrei potuto fermarmi e ripartire il giorno dopo per casa. Il viaggio di sola andata o di solo ritorno, lo avevo già fatto, passando per il Melogno ed è lungo circa 142 km. Questo di andata e ritorno nello stesso giorno è stato duro, il primo lungo, al quale ne sono seguiti tanti altri. La mia ambizione sarebbe poter superare i 400km in un unico viaggio. Ci sono arrivato vicino ma non ci sono mai riuscito, spero prossimamente di poter sostituire le ultime righe di questo scritto con un commento positivo al proposito.
Superare i 250 km! Parecchi anni fa, quando sentivo i commenti di ciclisti esperti che raccontavano di percorsi superiori ai 250 km, pensavo che per me sarebbe stato impossibile raggiungere e superare certi traguardi. Poi con il passare degli anni mi sono avvicinato sempre di più a questi chilometraggi e ora riesco a compierne due o tre all’anno. Le zone di escursione sono comprese tra le Prealpi Biellesi con Oropa, Panoramica Zegna e Galleria di Rosazza oppure la Riviera ligure ed il suo entroterra con Chiavari, Borzonasca, Passo Ghiffi compreso il Melogno. Strade bellissime che lasciano dentro una soddisfazione tale, da cancellare ogni traccia della fatica sopportata per compierli.
Ultimamente supero queste distanza abbastanza agevolmente, tempo fa, su giri di questa portata ero solo, ora invece riesco a farne qualcuno con Sara e Marco, amici di vecchia data della Polisporiva Roccagrimalda, la mia veccia squadra. Con loro ho affrontato il Monte Fasce dal versante di Genova, con rientro da Cornua e Scoffera. Certi viaggi fatti in compagnia sono fantastici, e sembra che durino di meno rispetto a quando li faccio da solo. Queste distanze sono quelle più appaganti per me, perché riesco ad arrivare a casa senza essere troppo stanco ed in tempi accettabili compresi tra le sette e le 10 ore, trovando il tempo di fare qualcos’altro nel resto della giornata, non solo, “andare in bicicletta”.
E’ quasi normale, per me superare i 150 km sfiorando i 200, nel 2014 l’ho fatto per 17 volte, in sei, sette ore riesco a sbrigarli, nei casi con molta salita magari anche otto ore ma sono giri relativamente rapidi durante i quali riesco a raggiungere la Langa cuneese, Savona, salite come Naso di Gatto e il Monte Negino. Il giro del mare classico con Sassello, Albisola e Turchino è di questa portata. Anche in questi giri trovo la gradita compagnia di Marco e di Sara e spesso assieme andiamo a cercare strade insolite e meravigliose.
Tanti i giri di questa portata eseguiti durante l’anno, molti di questi in compagnia di gruppi affiatati come quelli della Familiare o Le Ruote Libere, di solito sono giri veloci, in molti casi nella stagione estiva sono “i giri del giorno dopo”.Si, il giorno dopo aver compiuto una escursione lunga è probabile che il giro sia di riposo e venga compreso in queste distanze, senza forzare, con poca salita per scaricare un po’ le gambe dalla fatica del giorno prima.
Sono i giri della fretta, di quando ho un impegno improrogabile ma voglio comunque pedalare un po’. possono essere i primi giri invernali, del sabato e della domenica, per sfuggire alla nebbia e alla ricerca di un po’ di sole, quelli con gli amici dei Brik di Olmo, oppure sono quelli eseguiti dopo il lavoro o quelli che “rubo”, nei giorni che mi vedono impegnato con la reperibilità, dove continuo a girare “sul ponte”. Il ponte è quello del Bormida sulla SP 185 e fa parte del circuito Casal Cermelli, Castellazzo, bivio ponte Bormida appunto e Casal Cermelli, 13 km da fare almeno 8 o 9 volte, non è divertente ma sempre meglio che pedalare sui rulli.
A volte i giri si accorciano, ma quelli al di sotto dei 50 km. sono molto pochi ma capita, per scarsità di tempo, poca volgia di pedalare, temperature troppo fredde, impegni improvvisi oppure forature, cadute, imprevisti, di dover interrompere il giro in bicicletta. Di solito c'è poco da raccontare sui percorsi corti ma a volte qualcosa di ineressante salta fuori comunque.