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immagine altimetrica

Le salite nel giro di oggi
TempoSalita 
0:26':56"  Piancanelli da bivio Fello 1
0:16':24"  Big Bench 42 da Canelli 2
0:13':46"  Pian delle Sete da bivio big bench 3
0:54':08"  Cravanzana-Feisoglio-Niella Belbo 4
0:15':07"  Cengio-Rocchetta-Clini 5
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23/10/2017
• Distanza 214.00 km
• Tempo 8:58:27
• Dislivello 2497 metri

Il Garmin è andato in palla
(me ne accorgo solo ora che ho scaricato il giro), prima mi fa un buco di cinque giorni nel giro, si perché lo ha avviato il giorno 19 di ottobre alle 18 e 25 e non c’è modo di correggerlo, su Strava, mentre sul sito Garmin si può fare. È una cosa fastidiosa che mi è già successa una volta e non capisco come risolverla. A parte questo, un altro problema, si presenta alla partenza, se non aggiusto l’altimetria manualmente, Garmin non lo fa. E ancora la cadenza di pedalata, non parte se non abilito il sensore, mentre per cardio e velocità lo fa in automatico.
Ora veniamo al momento di pazzia dello strumento.

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Immagino che un dispositivo GPS,
abbia un programma che legge la traccia, la trasporta sul display e indica le direzioni da prendere di volta in volta. Ok, va bene se io esco dalla traccia programmata di qualche centinaio di metri a volte succede ( è la seconda volta che mi capita), che Garmin vada in palla, compare la scritta “Corri verso Garmin Taiwan”, dichiara i chilometri che in questo caso sono 9758 e non segnala più le svolte, mentre il giro rimane presente sul display e va seguito a vista.
Io ho imparato come fare, resetto Garmin, ricarico il giro e tutto torna normale. Ma per uno strumento che costa 400 e spingi Euro, non lo trovo NORMALE: Scusate lo sfogo ma era dovuto.

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Veniamo al giro.
Cacciatore di Panchine Giganti, si ora che l’Autunno si spinge verso l’Inverno, l’unico posto nel quale mi piace andare è la Langa e l’Alta Langa e per avere un obiettivo, che non sia il solito giro, vado a cercare la posizione delle Big Bench . Oggi, nel giro ne avevo inserite cinque ma per la paura di arrivare a casa col buio ho poi deciso di eliminare la più lontana, quella di Ceva.
Partenza poco dopo le sette e trenta, giornata che si annuncia stupenda, niente nebbia, poco vento, unico difetto la temperatura, che è rimasta a giocare tra lo 0 e meno 1°C per circa trenta chilometri ma anche qui ho delle riserve sul buon funzionamento del termometro del mio Garmin 1000.

 

Nizza Monferrato,
la temperatura si alza di poco. Canelli, raggiunta per la strada vecchia per Calamandrana. Canelli e sulla SP6 attacco la salita verso Cassinasco e circa a metà svolto a sinistra su di una strada asfaltata e stretta e dopo circa 600 metri, poco prima di una cascina, ecco la grande panchina Azzurra di Cassinasco, 100 metri di terra battuta da fare assolutamente a piedi e si arriva alla Big Bench. Oggi il panorama è veramente bello, vista quasi illimitata, cielo azzurro come la panchina, una breve sosta, due foto e via per la seconda panchina di oggi, quella Gialla di Canelli.
La trovo dopo aver percorso i Caffi e poco dopo il Santuario, dalla SP120 si svolta a destra, verso Canelli e dopo altri 400 metri a sinistra in direzione di Fontanazzo. 2200 metri e ancora svolta sinistra per l’Agriturismo I tre Poggi. La strada è di cemento ma non presenta pendenze critiche. Superato l’agriturismo, terminata la strada, ecco la panchina Gialla, la a cento metri sulla sinistra. Per raggiungerla si deve salire una terra battuta molto ripida e gli ultimi metri sono davvero duri, fatti a piedi. In bici non è possibile. Panchina occupata, due Olandesi, forse, lui parla un buon Italiano, lei seduta sulla panchina Gialla, un po’ meno. Sono in Italia per qualche giorno di vacanza, si offrono di farmi una foto, accetto e do loro il cellulare. Mentre spiego come devono fare, ecco che arrivano due Italiani, salgono sulla panchine e noi si resta ad aspettare. Poi decido di fare la foto appoggiato al retro della Big Bench, ho fretta e il giro è ancora lungo. Fatte le foto, saluto, ringrazio i due turisti stranieri e discendo l’erta con la bici alla mano, attento a non cappottare. Discesa, fredda, veloce, verso Felo, poi al bivio a sinistra per Loazzolo, al bivio successivo mi lascio Loazzolo a sinistra e proseguo per Cossano Belbo. Ora è discesa, ancora fredda e veloce e arrivo a Cossano. Risalgo, Rocchetta Belbo, Bosia, Cravanzana, Feisoglio, è la lunga e semplice salita che porta a Niella Belbo. Poco prima di raggiungere Niella, svolto a sinistra su una stretta strada asfaltata e raggiungo la Grande Panchina Azzurra di Niella, solite foto, panorama stupendo. Un’auto ferma davanti alla postazione della panchina, una ragazza parla al telefono.

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 Riparto,
ora dovrei andare a Ceva ma fatti due conti, visto il ritardo sulla panchina di Canelli, ho una gran paura di non riuscire a terminare il giro, Scendo comunque verso San Benedetto Belbo ma al bivio per Ceva, non proseguo e svolto a sinistra su Strada Valle Belbo. La conosco, mi porterà direttamente a Montezemolo bypassando Ceva. Fantastica strada, completamente in piano, segue, risalendolo il torrente Belbo. Quasi al bivio per Mombarcaro, raggiungo un ragazzo con la bici cigolante e scricchiolante. Quando si accorge di me, scatta in piedi, bruciando i pochi metri di salita che ci separano dal piano. Chiedo dove vada. Murazzano, risponde. Non ho il tempo di intavolare un discorso che inizia lo strappo che dalla Pavoncella, sale alla rotatoria per Montezemolo. Lui sciaccia sui pedali, è seduto, la bici scricchiola, cerco di stargli a ruota ma non ce la faccio. Cedo, se ne accorge mi attende e iniziamo a parlare. Racconto del viaggio. Lui, sapendo che arrivo dall’alessandrino, dice che nel 2010 ha vinto la Dolci Terre di Novi ed ha indossatola maglia di Leder della Coppa Piemonte. La rotonda arriva, troppo presto mi piacerebbe continuare il discorso ma non c’è tempo. Le mani si sfiorano in segno di saluto, nemmeno il tempo di dirci il nome. Lui va destra io dal lato opposto, ancora poca salita e sono a Montezemolo. Per un attimo alla grande rotatoria, ho la tentazione di fermarmi per ordinare uno dei panini con la frittata oppure con la toma piccante, che servono abitualmente nel Bar 4 venti ma ho ancora i miei panini e proseguo.

Scendo poco sulla Sp28bis per Millesimo,
salto il bivio per la Grande Panchina. Garmin fa il bravo e mi avvisa subito, torno qualche metro indietro e sono sulla strada giusta. La Big Bench Azzurra, (oggi c’è una maggioranza di panchine azzurre) è li in bella vista accanto alla strada, un auto ferma, anche qui una ragazza con cellulare, parla in tranquillità. Solite foto mi sdraio un attimo sulla panchina, cerco di rilassarmi, questa è l’ultima della giornata, sono dispiaciuto di non aver visitato quella di Ceva ma ci sarà un’altra occasione. Scendo verso Cengio e poi Cairo Montenotte, ora è solo noia, vento in faccia per gli 80 chilometri che mi separano da casa. È la parte brutta dei viaggi in bici con partenza da casa, si deve sempre ritornare indietro.
SEMPREISELLA .