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...non sono ancora a posto, devo doparmi mi serve una birra. La ordino al GIO’ GIO’ BAR...

2014 10 04 oggi l ho fatta dura

04/10/2014

Le salite nel giro di oggi
TempoSalita 
 1:05':37" Bric Berton da Cassinelle 1
 0:16':41" Colle del Giovo, da Sassello 2
 0:36':59" Naso di Gatto da Pontinvrea 3
 0:25':12" Le Manie da Noli 4
 1:49':21" Madonna della Neve, Colle del Doppio Bivio da Finale L.re 5
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  • Distanza 253.11 km
  • Tempo 10:46.24
  • Dislivello 3205 metri

Lungo, duro e pesante, il giro in bici di oggi ma estremamente interessante. L’altro sabato pensavo che il Fasce sarebbe stato l’ultimo giro lungo e per lungo intendo sopra ai 200 km ma vista la giornata e tenuto conto che la settimana prossima monto in reperibilità gas, il che significa che la bici non posso neppure guardarla per 7 giorni, che poi diventano 14 perché in settimana non pedalo, questa mattina di buon ora eccomi in sella a fare quello che, sicuramente sarà l’ultimo over 200. Ore 7 e 20, 10 gradi centigradi, giro studiato a tavolino e guarda caso, cosa da annotare nel Guinnes dei primati, non ho sbagliato una virgola sul percorso. Cinque le salite, due meno dello scorso sabato ma se togliamo Cremolino da Castelferro che proprio salita non è, diventano solo 4.

Percorso di avvicinamento. (totale altimetria +256 metri)

Castelferro, Mantovana, Carpeneto, Cremolino e fin qui tutto bene se non fosse per il mal di schiena che ho da ieri sera, giù in fondo a sinistra, con ripercussioni anche sulla gamba, poi il solito dolorino al ginocchio destro e dulcis in fundo, la caviglia sinistra che fa male pedalando fuori sella. Da ricovero, sono da casa Serena o giù di lì. Comunque pedalando mi scaldo e passa, ne sono convinto. Infatti passa il male al ginocchio, passa il dolore alla caviglia ma la schiena, no, quella fa male, tanto che non so’ più come mettermi in sella e non c’è molta scelta. Proseguo, mio papà mi diceva che insistendo passa e io con la testa dura che ho, insisto. Giù in discesa, da Cremolino verso Molare e al primo bivio, svolta secca a destra e ancora giù per i tre o quattro tornanti della bella strada che tornando improvvisamente in salita, con uno strappo secco, porta a Cassinelle.

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Bric Berton da Cassinelle (totale altimetria +987 metri)

Proseguo con il mio mal di schiena e inizio la salita verso il Bric Berton. 16 km di strappi, mangia e bevi, salitelle, discesine, una strada selvaggia, il tratto più duro, dal bivio di Bandita fino a scollinare, 2 km circa poi dopo altri su e giù tra il bivio per Cimaferle, Alberghino, Toleto, Piancastagna e Moretti. Ecco la salita al Bric, corta leggera, tutto il contrario della sorella dell’altro versante. La prima salita è fatta, scollino il Bric Berton e la schiena sembra migliorare, aveva ragione papà. Giubbino addosso e giù verso Sassello.

Naso di Gatto da Pontinvrea (totale altimetria +1517 metri)

E’ la volta del colle del Giovo, che preso da Sassello, è una passeggiata, quasi 6 km tranquilli, non la conto tra le salite fatte. Al bivio per Albisola, svolta a destra in direzione Pontinvrea, ci si arriva in discesa alla città della musica e svoltando a sinistra, ha subito inizio la seconda salita del giorno. Pontinvrea-Montenotte Superiore-Naso di Gatto, quasi 11 km con lo strappo secco alla partenza, 1500 metri tra l’8 e l’11% poi spiana fino al terzo km. Un dosso leggero e in prossimità dei 5500 metri a Ferriera la strada ricomincia a salire fino a superare Montenotte Superiore. Di li a poco il bivio per Savona, siamo al nono km, ancora uno sforzo e si arriva a Naso di Gatto, tetro della 11^ tappa del Giro d’Italia di quest’anno. I prof. l’hanno scalata dal versante opposto, quello che io faccio in discesa. Una lunga discesa che attraversando Savona mi porterà fino al mare. Prima però sosto a santuario, per il rifornimento d’acqua e per due fotografie alla rampa iniziale della strada per il Negino. Salita terribile, pari alla cannelona da Voltri o alla via vecchia per Capanne di Marcarolo.

Ora è Aurelia, col suo traffico, i paesi, la gente, tanta gente e le file interminabili di auto parcheggiate al bordo della strada. Avanzo, superando a destra file di autovetture incolonnate, che vanno a passo d’uomo. Vado Ligure, Bergeggi, Spotorno, ecco Noli. Sosto su una panchina al sole, è una bella giornata ma non fa caldissimo, una telefonata a casa per dire che sono ancora in forma e che tra poco salirò Le Manie.

Le Manie da Noli (totale altimetria +1907 metri)

Si, Le Manie, è da tanto che le voglio fare ed oggi è il giorno. Il versante è quello della Milano-San Remo, la scalata da Noli molto suggestivo , lo splendido panorama sul golfo di Noli. E’ una salita dura quanto basta per tagliare le gambe a chi non è adeguatamente allenato. Inizia con un 10% transitando sotto l’arco, poi si tranquillizza al 6% ma torna dura all’8 e 9% prima di arrivare ai tre tornanti impegnativi in cui la pendenza sale progressivamente a 11% e 12% sotto il castello. Prosegue con un tratto leggero. A Voze spiana ma non è ancora finita, salgo sulla strada principale, leggera fino al bivio per Magnone. Qui il cartello della corsa di domani che indica, inizio salita. Io è da un po’ che salgo. Dopo la, curva stretta inizia l’ultimo lungo e deciso rettilineo tra il 9 ed il 10% e finisce lì, Il lungo falsopiano successivo è leggero e mette le ali alle ruote della mia bicicletta. La strada è racchiusa tra la fitta vegetazione e si intravvede appena la costa. Poi nella discesa verso Finale, tutto cambia, il panorama è stupendo, la veduta sulla costa, la piaggia, il mare, è rilassante ma per gustamelo e fare qualche foto devo fermarmi. La discesa è infida e piena di curve secche, sarebbe impossibile distogliere lo sguardo dalla strada senza andare a sbatte da qualche parte.

Giù, sono nuovamente al mare. Finale Ligure, oggi e domani ospita la SUPRENDURO Mountain & Gravity Endurance. Mentre mi dirigo verso Finalborgo, il traffico di bici da montagna è caotico. Centinaia di atleti tornano o si dirigono verso il luoghi di gara Casco normale sulla testa e ginocchiere e casco integrale appeso alla schiena.

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Madonna della Neve, Colle del Doppio Bivio da Finale L.re (totale altimetria +2919 metri)

Inizio a salire verso Orco Feglino, la salita è fiacca per i primi cinque km e mezzo, poi appena superato il centro abitato di Orco Feglino, la svolta a destra in direzione Melogno e Calice e le cose cambiano. Picco dell’11% nei primi 500 metri, poi la pendenza si assesta tra l’8 ed il 9%, per i prossimi 3,5 km., in prossimità del bivio per Calice si scende per pochi metri al 6%. Mentre salgo tranquillo, raggiungo uno dei ragazzi in gara, chiedo se è italiano, mi risponde in francese che non lo è, saluto e lo supero. Più avanti altri partecipanti alla gara, ripeto la stessa domanda, uno è spagnolo, un altro inglese, mi dice che il suo compagno è allemanno. E così via, di italiani con i quali scambiare due chiacchiere non ne trovo. Tra me penso che sono proprio ignorante in fatto di lingue e proseguo inseguendo un ragazzo con la maglia bianca un centinaio di metri davanti a me. Non riesco a raggiungerlo, perché il loro percorso cambia rispetto al mio e quando gli sono a tiro e potrei quasi parlargli, svolta bruscamente a sinistra e si catapulta giù nel bosco. Sono solo, salgo di malavoglia, sembra che la strada sia divenuta più dura ora che la compagnia se ne è andata. Al bivio per calice tengo la destra direzione Melogno e mi arrampico su per un 10%, che per il momento non accenna a mollare, poi scende al 9% e si assesta al 7% e poi al 6%. Ancora un’impennata al 9 e poi all’ottavo km, finalmente la fontana, con il monumento ai partigiani, acqua fresca e la scusa per fermarmi. Mangio bevo e riparto, tra poco dovrebbe apparire la chiesa della Madonna della Neve. Proseguo, ecco le pale eoliche, quattro in fila a breve distanza una dall’altra, enormi, tutte in funzione, si sente distintamente il rombo delle eliche. Scollina finalmente, ecco la chiesa, altra fontana, altra sosta, sono fuso, ho lasciato scendere troppo la glicemia e devo recuperare mangiando, se non è troppo tardi. Riparto per l’ultimo km di salita, Pian dei corsi è fatta, un paio di km in falsopiano e sono al bivio per Bormida.

Un ragazzo di Carcare è li fermo a cavalcioni della bici. Scendiamo, rimane a ruota fino a che la discesa è buona, poi in falsopiano non lo sento più, quando mi volto è sparito, avrà cambiato strada. Spero nella buona sorte, che il vento sia con me. Non è così, vento da nord, leggero e rompipalle, vanifica la pendenza negativa della strada. Carcare, Cairo Montenotte. A Rocchetta cairo, mi fermo al bar, non sono ancora a posto, devo doparmi mi serve una birra. La ordino al GIO’ GIO’ BAR di Giordano Giovanna, assieme ad una mezza minerale gasata ed un bicchiere grande per mescerle assieme, sono l’unica cosa in grado di farmi riprendere le forze. Un tipo li accanto con una barbetta scarna e due baffetti striminziti mi appella. Godiaschese, dov’è Godiaschese? Rispondo, a Godiasco. E lui a e dov’è Godiasco? Nel pavese, rispondo, tra Varzi, Salice e Rivanazzano. Ha, e da lì che arrivi, dice lui. No, arrivo da Casal Cermelli, un paesino vicino ad Alessandria. E lui, il mondo è piccolo, avevo la morosa ad Alessandria e la sua amica era di Casal Cermelli. Non sto’ ad indagare più di tanto mi verso la birra assieme con la minerale ed inizio a bere. Conosci Lallo, dice. Chi, Lallo del Pazzo Mondo?. Si Lui, lo conosci. Certo suonavo anch’io un tempo,conosco anche Alfio il fratello ma ci siamo persi di vista. Certo che il mondo è piccolo. Ripete. Ma che giro hai fatto. Spiego il giro e mi guarda come se fossi matto. Certo che l’hai fatta dura oggi, tutta quella strada e tutta quella salita, si proprio dura l’hai fatta. Nel frattempo ho finito di bere mi prende di mano bicchiere e bottiglia e mi augura un buon ritorno.

Riparto, sempre col mio venticello in faccia, taglio corto per la galleria di Dego, tanto ho le luci, la strada scende sempre appena, il vento e sempre contro, appena, ogni tanto un dosso, la strada del Cadibona al ritorno e così. Piana Crixia, Spigno Monferrato, Mombaldone, Montechiaro Piana, Ponti, Bistagno, Terzo, finalmente Acqui, ancora trenta km e sono a casa. Strevi, Rivalta Bormida, Sezzadio, voglio il giro circolare e allungo per Castelspina e Castellazzo Bormida. Entrando in Casal Cermelli, vedo la macelleria aperta mi fermo ed entro a salutare Giuliano, il macellaio. Qualche mese fa è caduto dalla bici e ci ha rimediato una protesi all’anca, ora sta’ bene presto riprenderà a pedalare. Ordino una bisteccona di carrè e via a casa. Se c’è la fame vuol dire che proprio scoppiato non lo sono.

253 km, 3205 metri di dislivello, in 52 km di salita, 10 ore e tre quarti in bici, 1 ora di fermo macchina sommando le varie soste. Un bellissimo giro, l’ultimo lungo di quest’anno, purtroppo!