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...la giornata è bella e soleggiata, la temperatura gradevole, non mi fermo...

2010 09 11 oropa 2010 galleria di rosazza

Le salite nel giro di oggi
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  Ottiglio da SP42 1
  Galleria di Rosazza da bivio Valmosca 2
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Giri collegati
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11/09/2010
• Distanza 284.8 km
• Tempo 11:25:45
• Dislivello 2345 metri

Scrivo questo racconto a distanza di anni sulla base dei dati registrati allora sul Polar 710SI e sui lontani ricordi di quel giorno.

Salgo in bici alle 6:59,
anche oggi come lo scorso anno è ancora buio, come lo scorso anno, ho solo la luce posteriore, e rispetto allo scorso anno sono in ritardo di qualche giorno, la temperatura è molto più bassa rispetto a quella del 5 settembre 2019. 11°C , fa fresco sono quasi a disagio, ho coperto le gambe con una calzamaglia leggera, ho i manicotti e anche un giubbotto senza maniche, lo zaino dello scorso anno è stato sostituito con una sacchetto di quelli che vengono consegnati ai professionisti nei rifornimenti. Mia moglie lo ha modificato, cucendogli una specie di cintura che mi lego alla vita dopo averlo messo a tracolla. In questo modo posso alzarmi sui pedali e il sacchetto non si muove dalla sua posizione. Dentro ci ho messo le solite cose che possono servire in viaggio.
Per raggiungere Biella,
ho scelto la stessa, strada fatta nel viaggio del 2009, con il passaggio da Vignale, Ottiglio per rompere la monotonia della pianura  per poi immergermi nelle risaie del vercellese, ma raggiunta Biella, voglio raggiungere Oropa salendo alla galleria di Rosazza,  per fare questo risalgo la valle Cervo fino alla frazione di Valmosca e poi salire alla galleria dalla SP513 Rosazza-San Giovanni-Oropa. La valle Cervo è stupenda sale gradatamente ed a parte il passaggio iniziale tra i comuni di Andorno Cicciorna e Micca, è completamente avvolta nel verde. 17 chilometri non difficili ma che richiedono impegno e costanza perche sempre in leggera salita.
Sono al bivio,
tra Rosazza, San Giovanni e Bielmonte, la giornata è bella e soleggiata, la temperatura gradevole, non mi fermo ai piedi della salita, ma interrompo l’ascesa a San Giovanni, dove c’è il bar e una splendida veduta sulla valle. Pochi minuti di riposo, scorta d’acqua alla fontana al centro del cortile, molto simile a quella di Oropa e poi riparto su questa salita particolarmente impegnativa. La strada sale a tornanti brevi, tanto che si possono vedere bene sia quelli al di sotto, già fatti che quelli superiori, ancora da scalare, le curve sono secche, in alcuni punti le auto devono fare una manovra per salire al tornante successivo. In tutto partendo dal bivio per Valmosca, la salita misura 7.780 metri con una pendenza media del 7.67%, il picco massimo dell’11,48%, si raggiunge quasi in vetta su uno degli ultimi tornanti. Il tratto duro che sto salendo da San Giovanni alla galleria è di 5.3 km al 9% circa, salgo col rapporto più agile che ho, un 39x26 e sto facendo una fatica terribile. Con pazienza, un tornante dopo l’altro, una quindicina in tutto, arrivo finalmente in vista del ristorante “Locanda Galleria Rosazza”. È mezzogiorno passato, tavoli fuori quasi sulla strada, tante persone che pranzano, profumi che fanno venire la voglia di scendere dalla bici per assaggiare qualcosa di diverso di un semplice panino. Chiudo le narici per non avere tentazioni e tiro dritto infilandomi nei quasi 400 metri della galleria, scavata nella roccia viva, dritta come uno sparo di fucile, dall’altra parte si intravvede la luce della Valle Oropa ma buia come una notte di luna nuova, sono costretto ad accendere il faro anteriore per essere sicuro che le ruote non scendano dalla lastra carreggiabile, dal soffitto a tratti piovono grosse gocce d’acqua a bagnar la schiena accaldata dalla salita appena fatta.

Attraversare questo monumento dell’ingegneria umana,
mette apprensione ma finalmente sono fuori al sole e tiro un sospiro di sollievo.
Uno sguardo alla valle e Oropa è la sotto, piccola nei suoi 1200 di altitudine, vista dai 1488 metri della galleria. Scendo, per questa strada bellissima, scendo con i freni tirati per cercare di accarezzare con lo sguardo tutta la sua bellezza. L’asfalto è perfetto nei tratti, 5 in tutto, dove gli scarichi d’acqua incrociano la strada, questa presenta un fondo in pietra e cemento e le ruote della bici sobbalzano in una maniera spaventosa.
Ecco, sono ad Oropa, come lo scorso anno faccio un piccolo giro turistico, mangio qualcosa al bar e riempio le borracce alla grande fontana centrale, poi scendo a Biella per la strada che lo scorso anno avevo percorso in salita. Devo dire che non è bellissima, sulla mia carreggiata sono presenti ampi tratti di asfalto degradata che arrivano all’improvviso, pericolosamente all’improvviso.
Finalmente a Biella,
e ora il divertimento, l’adrenalina, lo spirito d’avventura, gli stimoli che mi hanno portato fino a qui se ne sono andati, lasciando il posto alla tenace ostinazione che deve assolutamente portarmi a casa. Attraverso la città della lana e dei filati e ne esco quasi subito e sono sulla strada dell’andata che seguo fino a Salussola, poi devio verso Cavaglià, Alice castello, Cigliano, Livorno Ferraris, Lamporo. Faccio questa deviazione per levarmi dalle ruote la pianura delle risaie. Attraverso il Po entrando brevemente in provincia di Torino,  salgo a Gabiano, ora sono in territorio alessandrino, è quasi casa.
SP1 della Gaminella e scendo verso Castagnone tornando sulla strada dell’andata.
Madonnina e la salita secca per Cereseto, che anche lo scorso anno avevo sofferto particolarmente, fino ad ora ho superato un dislivello di poco superiore ai 2000 metri ma i chilometri sono circa 240 e le gambe si grippano alla minima salita anche se si tratta semplicemente dello strappo di Vignale o della Fugassa. Ma ormai è fatta, Fubine, Felizzano, Oviglio e Castellazzo B.da, sono a casa con poco più di 11 ore in sella, ci sono riuscito, ho portato a casa la galleria di Rosazza, per la prossima volta ho già in mente Bielmonte.