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Ad Ailoche comincia la prima salita, è dura, Marco si avvantaggia,...

2014 09 06 tutti gli anni vado a oropa

Le salite nel giro di oggi
TempoSalita 
0:59':12" Alpe Noveis versante Ailoche 1
1:44':46" Bielmonte da Trivero 2
0:56':19" Galleria di Rosazza da bivio Valmosca 3
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Giri collegati
Oropa 2009: La prima volta
Oropa 2010: Galleria di Rosazza
Oropa 2011: Tre santuari in bicicletta
Oropa 2012: quando la "testa"...
Oropa 2013: Galleria di Rosazza second time
Oropa 2014: 14^ tappa del Giro d'Italia
Oropa 2020: Ogni promessa, è debito!
  • Distanza 121.06 km
  • Tempo 06:45:25
  • Dislivello 2688 metri

Tutti gli anni vado ad Oropa,
partendo da Casal Cermelli, 120 km circa fino a Biella, passando non, per la strada più corta ma evitando, fino a che sia possibile le strade di traffico intenso e cercando di rendere l’enorme tratto di pianura un po’ meno noiosa, soprattutto nel viaggio di ritorno, quando la stanchezza si fa sentire e l’eccitazione, che nel viaggio di andata è sempre tanta viene a mancare. Per fare ciò, punto sempre la ruota davanti verso le colline del Monferrato, allungando si il percorso ma rendendolo un po’ meno monotono. Ogni anno vado ad Oropa ed ogni anno cambio percorso, cercando di renderlo un po’ più duro, un po’ diverso dall’anno precedente. Ho iniziato con la strada diretta, salita da Biella e ritorno dalla stessa strada, poi poco alla volta, anno dopo anno, ho allungato passando oltre la Galleria di Rosazza , anno dopo anno ho sempre aggiunto qualcosa, Bielmonte con la fantastica panoramica Zegna. Qualche volta mi sono piantato ed ho dovuto chiedere aiuto per tornare a casa (Oropa 2012: quando la "testa"...) ma il viaggio ad Oropa lo faccio sempre, non ci rinuncio, ormai è un obbligo.
Quest’anno, il 2014, ha visto Oropa come teatro del Giro d’Italia, ed ho voluto essere presente, raggiungendo Candelo in auto e percorrendo in anticipo in bicicletta, il giro dei professionisti, scalando prima di loro, l’Alpe Noveis, Bielmonte e arrivando ad Oropa non per la salita del Giro ma prendendo la scorciatoia e salendo alla galleria di Rosazza e discendendo poi sull’arrivo della 14^ tappa del Giro d'Italia, in tempo per vedere l’arrivo. Era il mese di maggio ed ho trovato il percorso, bellissimo ed entusiasmante, tanto che parlandone con gli amici Sara e Marco, ci siamo accordati per un replay.

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Si parte da Candelo
Avvicinamento in auto sempre a Candelo, Parcheggio Ricetto. Partenza verso le 9 e trenta, raggiunta la strada che è stata teatro del giro, io con lo stop-bici di 15 giorni dovuto al lavoro, Sara con qualche acciacco alla spalla ed al piede sinistro, ci siamo incamminati piano, piano, dietro a Marco, unico del gruppo in perfetta forma, avvicinandoci alla prima e temibilissima salita, quella dell’Alpe Noves.

L’avvicinamento
Ora, in questo giro sulle Prealpi Biellesi, lungo circa 120 km, la pianura è veramente poca, anche quando la strada pare piana, c’è sempre un + o – 1% che la rende falsopiano. Per il resto o è salita pura o discesa. Si procede sulla strada provinciale in direzione di gattinara, deviando poi verso Sostegno e ancora Crevacuore a terra si vedono ancora nitide le scritte omaggianti il Giro d’Italia.

L’Alpe Noveis
Ad Ailoche comincia la prima salita, è dura, Marco si avvantaggia, io e Sara lo lasciamo andare, proseguendo assieme, con calma, l’importante è arrivare alla fine del percorso. Sara non sta’ bene e già a Sostegno, avrebbe desiderato invertire la marcia e tornarsene all’auto a Candelo, l’abbiamo convinta a proseguire ed ora è qui con me che sale le rampe di questa salita bellissima e durissima. Scolliniamo, Marco ci attende, asciugando la maglia ad un tiepido sole che oggi non si decide a saltar fuori per intero, si mangia qualcosa e poi giù verso Coggiola. La strada non ha un bel fondo, strano di solito quando passa il Giro, gli asfalti sono un velluto, qui no, è pieno di rappezzi e si deve fare attenzione a scendere. Siamo in fondo e subito si risale verso Trivero, Sara borbotta, avrebbe voluto guadagnare la strada per Biella tagliando per Valle Mosso ma siamo stati convincenti anche questa volta ed ha imboccato la lunghissima salita per La Panoramica Zegna.

La Panoramica Zegna
E’ bella questa strada costruita nel 1938 ad opera dell’imprenditore biellese Ermenegildo Zegna ma oggi di panoramico non ha proprio nulla, le nuvole basse e la foschia della pianura offuscano il bellissimo paesaggio. Si sale assieme, io e Sara, Marco è ancora davanti, ci siamo dati appuntamento alla Bocchetta di Margosio e puntuale è lì che aspetta, deve avere una pazienza incredibile. Una foto veloce in autoscatto, (oggi si chiama selfie) con lo sfondo della Bocchetta e si riparte, Sara che non sta bene e vuole trovare la via più breve per raggiungere l’auto a Candelo.
Giù per la veloce discesa, la strada è larga e invita a mollare i freni, una moto in sorpasso rischia di urtare Sara che evita il guaio per un soffio, è arrabbiata, per il male alla spalla, perché non riesce a pedalare come vorrebbe ed ora anche per la moto, non c’è tregua. Siamo in fondo e si deve decidere se proseguire con il programma salendo alla galleria di Rosazza o rientrare a Biella senza vedere Oropa. Ancora una volta, riusciamo a convincere la nostra compagna a salire, promettendo aiuto in caso di bisogno.

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La galleria di Rosazza
Si sale, fino all’Ospizio di San Giovanni, la salita non è nulla di che, dopo, la strada si inasprisce cona tornati duri all’inizio che spianano appena in prossimità della curva. Sul guard rail si vedono ancora i segni dello scorso inverno, ammaccature dovute alle slavine o alla caduta degli alberi ed in alcuni tratti manca, totalmente divelto. Si sale, Sara non vuole aiuto, soffre, ma sale con noi, Marco per non allontanarsi troppo dalla nostra posizione, continua a fare su e giù per la salita che finalmente termina, attraversiamo la galleria, buia, cercando di restare in equilibrio sulle lastre di pietra che segnano la carreggiata. Ho acceso le luci ma non servono un gran che, non si vede nulla, solo la bocca di uscita da dove penetra una luce quasi accecante che si riflette sulle lastre ed indica a malapena la via da seguire. Piove dalla volta della galleria, l’acqua scende bagnando noi e le bici. Siamo fuori, due foto con lo sfondo del Santuario di Oropa, la sotto a 1159 metri, noi siamo a 1488 ed inizia a gocciolare.

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Giù, verso il santuario
Ci affrettiamo a scendere facendo attenzione alle lastre di pietra che si trovano quasi ad ogni curva, un attimo e siamo in fondo, entriamo nel Santuario, io come abitudine accendo alcuni ceri, per le persone a me più care, forse non serve a nulla ma mi piace farlo. Gli ultimi due ceri sono, uno per noi tre, “il trio Colnago” per via delle biciclette che usiamo e l’ultimo è per tutti i ciclisti che conosco anche quelli che purtroppo non sono più con noi. Quando usciamo dalla chiesa, piove a dirotto, Marco che odia bagnare la bici è preoccupato, l’ultima corsa che ho fatto con loro, siamo rimasti bloccati circa un’ ora su a Cornua e poi l’acqua l’abbiamo presa alla grande sul passo della Scoffera. Scherzando diciamo che tutti e tre assieme no si deve più uscire ma questa estate è fatta così, umida per non dire bagnata.

Verso Biella
Via si scende, il giro è terminato. A Biella e per non sbagliare strada Sara imposta Candelo sul Garmin ed è così che per la via scelta dal coso elettronico, ci facciamo un bel po’ di strada sul pavè. Ecco, è Candelo, un giro nel centro medievale del Ricetto un simpatico incontro con un micio un po’ sbiadito di nome NINNINO e poi in macchia, verso casa. pochi km, solo 121 ma con tanta salita, quasi 2700 metri di dislivello. Un bel giro, soprattutto una bella compagnia, sono contento.