Riparto, Abbasse, Piancastagna, Moretti è ancora acqua, questa volta per mancanza di riparo sono costretto a prenderla...
Le salite nel giro di oggi | ||
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Tempo | Salita | |
0:53':53" | Bric Berton da Cassinelle | 1 |
0:15':04" | Colle del Giovo, da Sassello | 2 |
1:12':02" | Monte Beigua da Alpicella | 3 |
0:57':46" | Passo del Faiallo da San Pietro d'Olba | 4 |
20/07/2014
Distanza 174.60 km
Tempo 07:47:34
Dislivello 2743 metri
Stanco
E Beigua sia, con Bric Berton, Colle del Giovo e Fajallo. Quando sono partito questa mattina alle otto, dopo lo scadere del turno di reperibilità Acqua, non ero molto convinto di sul percorso progettato. La notte scorsa perduta a metà per via del lavoro, la Sagra della Focaccia al Formaggio, il caldo della notte con il riposo insufficiente, hanno un po’ minato il giro di oggi. Molti i punti di rientro in caso di “cotta ciclistica” che per fortuna non è arrivata, complice il clima fresco e le sporadiche gocce d’acqua cadute dal cielo di tanto in tanto.
Come dicevo, partenza alle otto, direzione Ovada ma a causa della minaccia di pioggia (in fatti su Predosa, permaneva una grande nuvolaccia color grigio scuro) e visto che al bivio per Sezzadio, cominciavano a scendere grosse gocce d’acqua, ho preferito svicolare a destra raggiungendo Castelferro e Mantovana dove comunque la strada era già fradicia ma almeno non pioveva più. Carpeneto, Cremolino, dopo la discesa verso Molare raggiunto il bivio svolto a destra in direzione di Cassinelle e sempre su strada bagnata, ne guadagno il centro abitato. Acqua di botto e pure forte, fortuna vuole che un lungo balcone a portata di ruota mi ripara per i cinque minuti necessari a far passare questa nuvola impazzita che continua a girare in modalità random versando pioggia a catinelle dove gli pare.
Riparto, Abbasse, Piancastagna, Moretti è ancora acqua, questa volta per mancanza di riparo sono costretto a prenderla e proseguo su per il Bric Berton, sempre acqua, leggera, non fastidiosa, quasi gradita. Scollino e scendo per la strada ripida e bagnata in direzione di Sassello, in paese c‘è una gran confusione di auto e persone, fatico a guadagnar la strada, raccolgo acqua alla fontana e poi via verso il Giovo. Raggiungo un folto gruppo di ciclisti targati Olmo, li accompagno per un tratto e poi al bivio per Albissola, mi butto giù in picchiata per la bella e larga strada. Dopo qualche chilometro, svolto a sinistra per Varazze percorro i su e giù che conducono a San Martino e da lì imbocco la stretta strada a sinistra per Alpicella, non scendo a Pero, non voglio metter ancora più salita in un giro che già ne ha tanta.
La SP 30 o via Alpicella, chiamatela come volete è stupenda, immersa nel bosco, con i suoi saliscendi leggeri, il fondo perfetto, conduce ad Alpicella e appena sotto il paese, si impenna di brutto fino al piazzale dove si inizia il percorso per il Beigua. Quasi 11 km, pendenza media 6%, massima 13%, i primi cinque km non danno quasi mai tregua e salgono decisi logorando chi li attacca in modo risoluto senza averne le capacità. Io salgo calmo, di più non posso, anche se volessi, oggi la mia forza è questa e non c’è nulla da fare, sono una lumaca di quelle con il guscio che si strascina su per i lunghi rettilinei a pendenza costante di questo monte, che se non sai come prenderlo ti ammazza stecchito. Quaranta minuti e sono a metà strada, ho conosciuto un ragazzo tempo fa che lo faceva tutto partendo da Pero in soli 45 minuti e si lamentava pure di non andar abbastanza forte. Va bene, sorvoliamo che tanto è uguale. La seconda parte salva un po’ di più la gamba ma mica tanto, lungo la strada si alternano momenti di ombra assoluta dovuta alle nuvole che sospinte dal vento coprono a tratti il sole ad altri in cui il sole spacca le pietre, qualche goccia d’acqua mentre sto’ per scollinare e arrivo in cima in poco più di un’ora.
Il Fajallo
Pausa per cambio maglia e si scende, la strada è discreta fino a Pianpaludo, poi diventa un disastro di buchi, tratti senza asfalto, ghiaia ammassata in carreggiata a volte sterrato. Sono in fondo, per un attimo ho un dubbio, Vara o non Vara, è più semplice scendere verso Martina Olba e sgattaiolare verso Orbicella e poi Ovada oppure salire verso il Fajallo. Questo è il dilemma. La sbrigo presto, svoltando a destra dopo il ponte sulla SP40 e poi SP73 e Fajallo sia, come lo è stato il Beigua. Ancora qualche goccia d’acqua ed un forte vento di mare che impedisce di impostare le curve nel modo voluto. Gareggio con qualche macchina, vincendo, in discesa è facile. Sono alla nuova galleria del Turchino, scendo verso Ovada e guadagno la strada di casa.
174 km, 2700 il dislivello in metri superato in questa fresca giornata di Luglio, 5000 e spingi Kcal consumate, questa sera una porzione in più di Focaccia al Formaggio, come quella di RECCO.