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17/05/2013       

  • Distanza 230.01 km
  • Tempo10:06:55
  • Dislivello 2831 metri

Ho male alle gambe, chissà perché?

Altimetria della mia 13^ tappa al Giro d'Italia.
Le salite:
Neive-Treiso, quasi 9 Km leggera
Alba-Tre Cunei, 7 Km, pendenza media 4%
Barolo, 4 Km, media 5%, Max 8%
La Morra, 6Km, 4%, max 8%
Grinzane, Diano d'Alba, Montelupo, Rodello, 12 KM, 4%, 8%max
Bivio Alba, Manera, 7 km, 4%

Il lato bello del ciclismo
come lo pratico io, eseguendo percorsi lunghi con partenza sempre da casa, è la grande soddisfazione di raggiungere posti relativamente lontani e tornare al punto di partenza, solo con l’ausilio delle proprie forze. Studiare un percorso con i mezzi oggi a disposizione non è più un problema, puoi renderti conto istantaneamente della distanza da percorrere ed indicativamente del dislivello al quale andrai incontro durante il tragitto. Puoi valutare il numero delle ascese ed la loro difficoltà, il tempo meteorologico ed il tempo necessario per compiere il giro e poter così decidere se il giro è realizzabile o va modificato in base alle esigenze del momento, condizioni fisiche o altro.
Sapere prima queste informazioni è essenziale per la programmazione di lunghi tragitti, l’unica incognita che permane sempre se, come me si è sprovvisti di un ciclo computer dotato di GPS è, restare sul percorso stabilito a tavolino, essenziale è ricordarsi i nome dei paesi che si dovranno attraversare, chiedere informazioni ogni volta che sorge un dubbio e soprattutto saperle bene interpretare.

Il giro di oggi,
è stato abbastanza facile per quanto riguarda l’esecuzione del percorso stabilito, all’andata bastava seguire le indicazioni poste ad ogni rotonda od incrocio, al ritorno ho dovuto chiedere un po’ di informazioni ma sono comunque riuscito a ritrovare la strada per casa.

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Ha continuato a piovere
per tutta la notte tra giovedì e sabato e al mattino il cielo, dal lato dove sorge il sole era ancora scuro, le strade bagnate, vento freddo da sud e poca la voglia di salire in bicicletta. Poi guardando verso Ovest, le nubi si diradano velocemente ed il cielo si rischiara. Colazione fatta con un piattone di riso bianco, carboidrati pronti e riserva d’acqua nello stomaco, metto nello zaino un cambio per la pelle e una maglia con le maniche lunghe, due panini prosciutto e fontina, con l’aggiunta di pomodoro fresco che serve a mantenerli morbidi e deglutibili in ogni situazione, una banana, due crostatine della Lidl, una tavoletta di cioccolato bianco e qualche mini Mars, da bere due borracce da 750 ml di Coca Cola.
Non porto con me alcun tipo di energetico o integratore che sia, non mi piacciono, non riuscirei a mandarli giù.

Parto, sono le otto e un quarto passate,
la strade sono bagnate all’inverosimile per l’acqua della notte, smanicato antivento e manicotti sono indispensabili visto che la temperatura è di soli 15°C. So’ che il percorso della tappa odierna ha subito una variazione rispetto al tragitto originale, per ragioni da chiarire, (chi dice che manca il personale per gestire gli incroci altri raccontano che il Comune di Alessandria non aveva i soldi per l’asfaltatura del percorso in città) è stato deviato sulla tangenziale anziché passare per le vie cittadine.

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Mi dirigo verso Castellazzo
con l’intenzione di entrare nel percorso alla rotonda dopo la Micarella, dove trovo la prima freccia di indicazione. È sempre un’emozione calcare con le ruote della tua bici una strada che di li a poco verrà chiusa al traffico e percorsa dai “Ragazzi”, così li chiamo io, i professionisti dello sport più bello del mondo, il ciclismo. Seguendo le frecce raggiungo la prima asperità del percorso, Bazzana Vecchia una salitella di qualche centinaio di metri. Poi Nizza, dove le strade sono state appena rappezzate ed il Giro passa in centro nella piazza del mercato è proprio per via del mercato in corso, che con un po’ di difficoltà guadagno la periferia su Corso Asti.

E'pianura
ma poco prima di Costigliole d’Asti si svolta a sinistra dove un secondo strappo, non lungo, mi porta a scendere a Boglietto, poi al passaggio a livello di Castagnole delle Lanze, per una freccia messa in modo ambiguo seguo la strada principale, mi accorgo subito dell’errore perché trovo un tratto di strada completamente sfasciato ed alla rotonda successiva non ci sono indicazioni, quindi torno a Castagnole e questa volta sulla strada giusta. Da qui via in falsopiano verso Neive Borgonovo dove la strada inizia a salire verso Tre Stelle, Giacosa e svetta a Treiso dove trovo i primi striscioni incitatori per i “Ragazzi del Giro”.

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Ora giù, verso Alba,
poco prima della bella cittadina ancora un ripido strappetto e poi si attraversa la città in direzione di Rodello, ora è salita, non dura ma sempre salita fino a Tre Cunei, unico GPM di questa tappa. Ancora giù, Albaretto dell Torre, Sinio, su questa discesa fotografo un cartello che indica pendenza al 18% ed i miei freni continuamente tirati ne danno conferma. Sono a Gallo, qualche km di falsopiano ed al bivio con La Morra si sale ancora verso il paese di Barolo, strappo corto ma duro, ancora discesa e poco prima di Narzole, ancora una salitella, l’ultima per i “Ragazzi” e un lungo rettilineo dritto come un fuso interrotto solo da una rotonda porta al traguardo cittadino di Cherasco.

Io sono arrivato a metà percorso
(120 km circa), curioso un po’ tra gli stand e chiedo informazioni per raggiungere il GPM di Tre Cuni attraverso una strada alternativa che non mi porti in collisione diretta con la corsa. Scendo verso San Martino, tra poco inizia la salita alla Morra, l’ho gia fatta qualche giorno fa’ alla vigilia della Brà Brà, non è difficile, solo l’ultimo tratto sale con pendenze superiori al 7-8%. Poco prima di scollinare raggiungo un ragazzo alla sua prima uscita, chiacchieriamo un po’ e mi spiega la strada per raggiungere i Tre Cuni. Torno a ritroso per qualche km sulla strada della corsa, gli incroci sono già presidiati da volontari e dalle forze dell’ordine, per non sbagliare chiedo ancora informazioni ad alcuni agenti di Polizia all’incrocio con Grinzane Cavour e viaggio sicuro ancora in salita, la più lunga per oggi verso Diano d’Alba, Montelupo e Rodello dove mi fermo a qualche km dal GPM in un bel posto soleggiato al riparo dal vento con poca gente. Mangio, asciugo gli indumenti, indosso un cambio della pelle asciutto e attendo i Ragazzi.

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Mentre salivo a Montelupo Albese,
prima della galleria si sentivano tuoni in direzione di Cherasco ed un cielo cupo sopra la città non lasciava presagire nulla di buono. Ho pensato oggi i ragazzi si bagnano ancora ma poi ho saputo che nonostante le nubi nere e qualche rapida goccia di pioggia, l’arrivo si è svolto bene con la solita volatona finale vinta dall’irraggiungibile Cavendish. Osservo alcuni ragazzi che compongono uno striscione in onore di Diego Rosa e finalmente eccoli i Ragazzi, tre alla testa della corsa a poca distanza la prima parte del gruppo, seguito da alcune ammiraglie e poi da un'altra parte del gruppo e ancora altri corridori alla spicciolata, riesco a scattare qualche foto prima che la batteria della mia Optio T20 mi piani in asso, peccato.

Passa la macchina di fine corsa
e mi butto in discesa, sono senz’acqua e cerco senza successo un bar nel paese di Rodello. Quindi scendo verso Alba(cambiando il percorso stabilito che avrebbe dovuto proseguire per Tre Cuni e poi Lequio Berria e giù fino a Rocchetta Belbo),  e al bivio in fondo alla discesa svolto a destra verso Cortemilia, che non raggiungo, svolto prima sulla sinistra verso Rocchetta Belbo, Cossano, Santo Stefano, Canelli, ho il vento in poppa pedalo bene ma sono senz’acqua da troppo tempo, cerco con lo sguardo una fontana, nulla, solo un distributore d’acqua a pagamento con la fila di gente a prelevarla. Non voglio fermarmi in un bar ho fretta di rientrare e cosi stringo i denti. Nizza, il vento è leggermente di lato ma mi aiuta ancora, la salita di Bazzana, lo strappo di Bergamasco, ancora poco e sono arrivato. Al bivio con Oviglio, alla svolta a destra mi ritrovo col vento fortissimo di lato, la bici si piega, quasi si sposta, tengo duro, Cantalupo, Castellazzo, il vento pare sempre più forte o le forze stanno venendo meno, un ultimo sforzo il cavalcavia e poi casa, doccia, cena e alla prossima.

L’ultima parte del racconto
fa parte del lato brutto del ciclismo come lo pratico io, sono solo e quindi devo sbrigarmela da solo in ogni occasione compreso il vento.