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“Tutta colpa di una Panda”

26/02/2022
• Distanza 46.6 km
• Tempo 1:51:46
• Dislivello 231 metri

Era il 28 Giugno dello scorso anno, (Big Bench Hunter: Il giro più lungo)
quando a Costigliole d’Asti in viale Corrado Bianco, una panda rossa, vecchio modello ha incrociato la mia strada e mi ha abbattuto, provocando lesioni neurologiche che parzialmente, permangono ancora.
Sono trascorsi circa 8 mesi, 241 giorni senza salire su una bici da corsa, nemmeno per fare i rulli o un prova di equilibrio.
Le ultime pedalate “serie” che ricordo dopo l’incidente, sono quelle fatte su una cyclette del Centro Riabilitativo Polifunzionale Teresio Borsalino dove dopo il ricovero ospedaliero avevo effettuato la riabilitazione, poi il nulla assoluto fino ad oggi.

Qualche settimana
fa avevo preso la decisione di attrezzare la Colnago EPS (Blue Sky) con i componenti della purtroppo distrutta, Costanza (HBM Sleek). Poi l’attesa di un giorno propizio per ricominciare un percorso che possa avvicinarmi gradatamente ai viaggi che facevo prima dell’incidente.

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Fisicamente non sono al massimo.
Permangono problemi ad entrambe le mani, dolori forti nelle ore notturne e forte disagio nel contatto con oggetti o acqua freddi.
Dopo il ritorno a casa, riprese le forze, ho avuto una tendinite alla mano sinistra, seguita da una infiammazione della spalla che ancora mi da qualche problema.
Ho difficoltà a ruotare il collo, non posso nemmeno abbassare la testa per guardare dietro da sotto le braccia, cosa che impedisce di avere una visuale completa in bicicletta.

Ma non potevo più stare fermo
ed ho voluto provare, riprendendo dal punto esatto dove mi ero fermato otto mesi fa.
Ho la fortuna di avere una compagna di vita che mi supporta in questa mia passione e soprattutto ha sopportato le mie lunghe assenze dovute ai miei quasi sempre lunghi, viaggi in bici. Molte volte mi ha recuperato in auto anche molto lontano da casa, causa cadute, incidenti, guasti meccanici.

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Grazie a Lei ho potuto ricominciare oggi.

Assieme in auto fino a Costigliole d’Asti
e poi, emozione per me nel risalire in bici dopo tanto tempo, apprensione per lei nello strami a ruota silenziosamente, la mia ombra ed Angelo Custode, discreta e fidata compagna a distanza che riesce a seguirmi anche quando io devio dal percorso stabilito infilandomi in una stradina secondaria per evitare il traffico automobilistico.

Se ora posso scrivere due righe su questo Giro Bianco di poco sotto ai 50 km, è grazie a lei.

Complice il vento da Nord Ovest,
che mi ha aiutato nel primo tratto di strada, sono riuscito a concludere bene, questo piccolo percorso che mi mancava dal 28 giugno scorso. Poca salita ma per me oggi, difficile.
Partenza a freddo col dosso di Cosligliole, poi lo strappo di Salere, Bazzana ed infine lo strappo di Carentino, ultima asperità del giro, dure come se avessi fatto Alpino, Castagnola e Bocchetta nel Giro dell’Appennino.

Ho chiesto a mia moglie Ornella
di farmi un paio di fotografie sul posto dell’incidente, accanto alla case dell’albero che è stato abbattuto per colpa mia, secondo qualcuno toglieva la visuale della strada ed ha provocato l’incidente. Bene, anzi male, nelle foto più che un ciclista, sembro un vecchio decrepito e storto che forse farebbe meglio a restarsene a casa in pantofole invece di andare a prendere freddo in bicicletta.

Comunque è stata una bellissima giornata
che spero possa dare inizio ad una nuova vita ciclistica presa però con più moderazione di come era prima dell’incidente.
Tutti mali, non vengono per nuocere. Diceva un saggio.

SEMPREINSELLA!

Un grazie a mia moglie ed a tutti quelli, ciclisti e non che mi hanno supportato nei giorni successivi all’incidente.