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Le salite nel giro di oggi
TempoSalita 
 13':07"  Casasco da Fabbrica C.ne 1
 44':42"  Selvapiana, Forotondo, Caldini, Cà Marchesi 2
 56':51"  La Gioia (Caldirola) via Brentassi da bivio Selvapiana 3
 27':22"  Giarolo da Morigliassi 4
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25 Luglio 2015

•    Distanza     154.13 km
•    Tempo        06:50:29
•    Dislivello     2043 metri
Quest’anno non gira
Per pedalare bene, si deve pedalare sempre, se smetti di pedalare un paio di settimane, devi ricominciare quasi da capo e con i nuovi turni della reperibilità che impegnano sette giorni su sette, sono obbligato a saltare un intero fine settimana al mese e se ci metti anche gli altri impegni, il caldo e che dopo una giornata passata al sole a cercar fughe, quando arrivo a casa non riesco a salire in bici, mettici anche gli anni, che più ne passano e meno voglia ho di far fatica allora, il risultato, è che una volta al mese mi fermo per 13 giorni di fila e risalire in bici diventa sempre più pesante.

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Troppo nella testa e poco nelle gambe
Ieri ho buttato giù il giro con tante variabili e senza andare troppo lontano, in modo che se le gambe non avessero girato, averi trovato il modo di rientrare con facilità. L’obiettivo, Caldirola e le zone li attorno mi era venuta in mente anche Bocca di Crenna e i Piani di San Lorenzo, giro fatto nel 2014, il 27 luglio (Il mondo è piccolo) ma ho preferito rinunciare visto che già Caldirola mi ha segato le gambe, però, prima ci ho infilato un paio di salite per me inedite e devo dire, sono state molto interessanti.
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Il temporale
La sveglia impostata alle cinque e la partenza fissata per le sei, in modo da non prendere troppo caldo ma…. La sveglia me l’hanno data alle quattro e quarantacinque i tuoni del temporale che si stava avvicinando. Decido di alzarmi comunque e dare un’occhiata al cielo. Coperto, nero come la pece la fuori, non c’è vento, non piove ma tutto attorno vasti bagliori, fulmini e tuoni in lontananza. Vado, non vado? Non vado, torno a letto a bollire ancora un po’, il caldo è insopportabile. Poi, lo scroscio dell’acqua, porta un po’ di frescura e la certezza che in bici non si va e torno a dormire un’oretta. Spiove e schiarisce, i tuoni si allontanano, niente più fulmini, si vede qualche lampo sulla zona di Tortona, proprio dove voglio andare io.

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Strade bagnate
Decido di alzarmi e preparare panini e colazione e alle sette circa ancora tuoni, più fragorosi di prima e acqua ancora a dirotto. Faccio colazione, poi il cielo si apre, spunta il sole, si va, si parte, oggi finalmente si gira. Parto alle otto e qualche minuto, le strade zuppe d’acqua, pozzanghere ovunque. Faccio un po’ di slalom per evitarle fino al ponte dell’Orba. Li non si possono evitare, sembra un paradosso, l’acqua, dal ponte dovrebbe precipitare nel torrente. Qui, al ponte sull’Orba di Casal Cermelli, ristrutturato qualche anno fa, no, non è così. La ghiaia e la sabbia accumulata ai bordi della strada, al di la del guardrail, ottura le bocche di scarico e l’acqua, se ne resta in enormi pozzanghere anche abbastanza profonde ed aspetta il sole per evaporare. Inutile dire che, superato il ponte, sono già bagnato marcio e proseguo la mia corsa verso Tortona nella speranza di asciugarmi presto.

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Il vento nella schiena
Frugarolo, Mandrogne, San Giuliano, le gambe girano, la catena non la sento questa mattina, sarà per la bava di vento che ho nella schiena? Proseguo fino a Tortona, poi il vento pare che cambi direzione, ora soffia da Sud. Devio anch’io, dalla SP99 Tortona-Rivanazzano, passo alla SP120 della Val Grue, il vento ora è in faccia ma non è forte e non da fastidio. Proseguo in direzione di Garbagna ma al bivio, svolto a destra sulla SP118 affrontando la corta salita di Casasco, scendendo poi nella valle seguendo il corso del Torrente Curone. Brignano Frascata, l’immagine dipinta su di un torrione,  raffigurante Coppi e Bartali nell’intento di passarsi una borraccia, attira la mia attenzione e mi fermo, scatto qualche foto , San Sebastiano, Gremiasco, fontana, scorta d’acqua, un foglio un po’ scolorito con le analisi dell’acqua del 22 luglio 2014, recita chiaramente che non è potabile ed un cartello in bella mostra dive la stessa cosa ma qui tutti la usano e mi fido. Vigneti e frutteti tutto attorno, l’aria è fresca ma il sole comincia a scaldare la pelle, non vedo l’ora di salire verso Caldirola. Fabbrica Curone, supero il cimitero ed il bivio per Cella di Varzi.

Selvapiana e dintorni
Ancora 500 metri e il cartello per Selvapiana mi attira, non ho mai fatto quella strada, ogni volta che salgo su, verso Caldirola lo vedo e tiro dritto, oggi no, oggi vado a vedere dove porta. Subito dura la salita, tratti al 9-10% alternati a piccoli fiati tra il 7 e l’otto %. Al terzo chilometro c’è Selvapiana e la strada va allo 0% per qualche metro, poi ricomincia come prima per quasi un chilometro. Ora è facile, 1000 metri quasi in piano e si entra a Forotondo. Mi fermo alla fontana, e poi proseguo fino al bivio puntando su Caldini. 400 metri circa, mozza gambe, poi termina la strada, torno indietro e mi fermo a chiacchierare con un signore del posto che mi convince a provare anche la strada per Cà Marchesi. Raggiungo nuovamente il bivio e questa volta svolto a sinistra, non è dura come la precedente, di poco più lunga, non so il perché ma ho l’indicatore di pendenza inchiodato su -13%, ma nelle gambe la sento più leggera della precedente. Proseguo fino a che l’asfalto si mischia al pietrisco ed è impossibile andare avanti. Giro la bici e scendo ancora a Forotondo per un’altra sosta alla freschissima fontana.
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Il gruppo del Pedale
Scendo verso valle, supero Selvapiana e noto un gruppetto di ciclisti con la maglia bianco-celeste, sono del Pedale Godiaschese, saluto calorosamente e noto tra loro una maglia scura, è Celestino Marini. Mi urla, fermati lì. Cerco di tirare su i rapporti per invertire la marcia ma lo fa prima lui e siamo fermi in mezzo alla strada, una vigorosa stretta di mano, un incontro gradito ad entrambi, una veloce chiacchierata, ancora un saluto e si riprende ognuno la propria strada.

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Scoppiato
Scendo fino alla provinciale per Caldirola, la risalgo e dopo 800 metri svolto a sinistra per Brentassi ritornando poi sulla provinciale a Garadassi e proseguire la corsa verso Caldirola. Fa caldo, la temperatura è salita vertiginosamente passando da 30  a 40°C, sono cotto, il lungo fermo delle scorse settimane si fa sentire ora sulle dure rampe del Piccolo Stelvio (questo il nome dato da salite.ch). Avanzo a malapena, faticosamente, lentamente e tornante dopo tornante mi avvicino al paese. Ecco il cartello dei 900 metri di altitudine, ecco quello dei 1000 metri è quasi finita. In tutte le volte che ho scalato questa vetta, non ricordo di aver fatto tanta fatica. In tutte le volte che sono salito quassù, non mi sono mai fermato alla fontana della piazza in fondo al pese senza prima avere espugnato la vetta della Colonia. Oggi mi fermo, devo fermarmi alla fontana, devo rinfrescarmi e riposare un po’. ora con calma salgo alla Gioia ma non alla Colonia, non oggi.
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Caccia alle fontane
Ora dopo aver mangiato e riposato, posso scendere a valle e prendere la strada di casa, sostando a tutte le fontane che incontro. A Brentassi, incontro tre ragazzi del Down Hill che sono finiti fuori strada. Mi chiedono se Caldirola è distante, hanno la macchina lassù e devono risalire per forza. Fanno il pieno d’acqua a questa meravigliosa fontana, nella vasca, invitanti e golose, due angurie al fresco. Saluto i ragazzi e proseguo la mia caccia alle fontane, la più bella è quella di Borgo Adorno e ancora tante altre sulla strada. A Pallavicino do uno sguardo alla strada per i Piani di san Lorenzo, irraggiungibili per me, oggi. Proseguo per Vendersi e poi Albera, sono sulle strette, vento a favore la forza è tornata, via verso casa.