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Le salite nel giro di oggi
TempoSalita 
0:06':04" Bancarelle da Molli 1
0:30':18" Pianlago dai Fogli 2
0:34':52" Bric Berton da Bivio Fogli 3
0:16':16" Colle del Giovo, da Sassello 4
1:09':54" Monte Beigua da Alpicella 5
0:56':46" Passo del Faiallo da San Pietro d'Olba 6
0:53':35" Capanne di Marcarolo da Campo Ligure 7
0:38':37" Passo dell'Alpino da Guado del Gorzente (Monte Lanzone) 8
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06/06/2015       

  • Distanza 209.39 km
  • Tempo10:05:06
  • Dislivello 3538 metri

 Due giganti, il Monte Beigua ed il Passo del Faiallo, si danno la mano sul versante Nord, sono uniti dalla SP57 che scende dal Beigua passando per Pianpaludo e dalla SP40 che scende dal Faiallo passando per Vara ad unirli, sono pochi metri della SP49. Sul versante Sud, sia il Beigua che il Faiallo sono appoggiati sul mare e nelle giornate limpide, con visibilità buona, come quella di oggi, da entrambi i monti si può vedere il mare.
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Un desiderio di sempre
Sono molti anni che penso di fare un giro che unisca il Beigua con il Faiallo, il passo del Turchino, Capanne di Marcarolo, il Brisco e l'Alpino. Sono molti anni che ci provo, ho fatto Beigua e Faiallo più volte ma ho sempre interrotto al Passo del Turchino, rientrando a casa. Oggi no, partenza decisa, Pianlago dai Fogli, Colle del Giovo, San Martino, Beigua da Alpicella, Faiallo da Urbe, Capanne di Marcarolo da Campo, e in ultimo il Passo dell'Alpino. Troppa salita e media più che bassa ma ci sono riuscito, ho portato a casa i giganti sul mare e i passi minori attorno a loro.

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Variante sul percorso
Quando sono partito questa mattina alle sei, pensavo di avvicinarmi a Sassello passando per Acqui e Ponzone ma strada facendo mi è venuta in mente un’alternativa accattivante e scartata l’ascesa a Ponzone, che ho già fatto diverse volte, ho ripiegato su una salita quasi sconosciuta ma con un fascino particolare. Si tratta della Strada Comunale dei Fogli che unisce la SP334 (ex SS334 del Sassello), con la SP210 Acqui-Palo, passando per Pianlago e Chiappino, cinque chilometri e mezzo al 7% medio su di un fondo perfetto. All’incrocio con la SP210 la salita non finisce, si sale ancora in maniera meno sensibile fino a Cimaferle e poi con parecchi mangia e bevi si prosegue fino a scollinare il Bric Berton, punto di unione tra la Provincia di Alessandria e quella di Savona.
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Volo sul sassello
L’espressione, “volare” è un pochino esagerata ma il tratto in discesa dal Bric Berton fino al Bivio con la SP49, ha delle pendenze che, lasciando andare i freni danno la sensazione di volare. Poi, dopo il bivio, svoltato a destra in direzione di Sassello, la pendenza diminuisce e così pure la buona condizione della strada e se ci mettiamo anche un’autovettura che scende a 35 km/h la sensazione di volare è finita.

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Verso il primo Gigante sul mare
Seconda salita del giorno è il colle del Giovo, un cavalcavia lungo 6000 metri, immerso nel verde dei boschi di castagno. Poi la discesa verso il mare, non arrivo fino all’Aurelia, appena dopo Santa Giustina,al bivio per Varazze, svolto a sinistra e raggiungo San Martino. Ora, la scorciatoia per il Beigua,  non scendo a Pero, punto naturale per l’inizio della salita al Beigua mi infilo in una stradina stretta, che al suo imbocco pare di entrare in casa di qualcuno e percorrendo il crinale, sempre immerso nel verde raggiungo le prime rampe della SP57 ad Alpicella. Una sosta per l’acqua e l’incontro occasionale con alcuni amici di Frugarolo, sono 4 Bric di Olmo La Biciclissima di Alessandria. Per un piccolo tratto si sale assieme poi, è la salita che decide ed ognuno va su del proprio passo. Io la sbrigo in 1 ora e 9 minuti, lasciando andare il due più forti in salita ed accompagnando per un tratto il caro amico Bruno, 72 anni in piena forma, poi per la legge della salita, che se non la fai del tuo passo, ti sega le gambe, devo lasciarlo appena la strada si fa dura e salgo del mio passo, 39x21 per i primi chilometri, per passare ad un 23 e successivamente al 26. Un saluto senza fermarmi ai due Bric arrivati per primi che stanno mangiando un panino e proseguo verso la seconda salita.

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Passo del Faiallo
La discesa verso urbe, è impegnativa, un po’ per le pendenze molto elevate ma anche per le condizioni precarie della strada, asfaltata per l’ultima volta nel 1997 in occasione del passaggio del Giro d’Italia. Da allora tutto è rimasto dimenticato e la strada si è ridotta un vero disastro, pietrisco, ghiaia, buchi nascosti dall’ombra degli alberi, una lunga frana con ancora in fase di ripristino con un ampio tratto sterrato, questo per la gran parte della discesa fino ad Urbe. Poi attraversato il ponte si svolta a destra e ancora a destra e si risale per la strada del Faiallo, la SP40. Fa caldo, sono le 12 passate da poco e la temperatura si aggira attorno ai 37°C ma salirà fino a 39. Quasi al quinto chilometro, il serbatoio dell’acquedotto, butta acqua da tutte le parti, dal troppo pieno, da un buco su di un angolo, una valvola quasi ai piedi della vasca è aperta, mi ci tuffo, le scarpe nel fango, faccio fatica a restare in piedi ma sono avvolto dall’acqua, gelata della montagna, bevo, mi rinfresco e posso ripartire per terminare questa montagna facile solo in apparenza, facile se solo fosse la prima salita del giorno. Svetto, gli ultimi chilometri quasi in pianura, con il 53x19, ecco l’area per i picnic, confusione di gente che cuoce alla griglia, profumi di carne arrosto, voglia di fermarmi e banchettare con loro ma la strada che voglio fare è ancora lunga.

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Sosta al Turchino
Dopo la costruzione della nuova galleria, al bar del Turchino ci si deve arrivare volutamente ma la clientela non manca, soprattutto motociclisti. Io scendendo dal Faiallo, ci sbatto praticamente contro. La vecchia galleria, oltrepassata per tante volte in tanti anni di scalate e Milano San Remo, mette un po’ di tristezza, abbandonata, messa fuori uso dalla più lunga e bella e nuova galleria costruita una decina di metri più sotto. Mi fermo al bar, mangio un trancio di pizza e bevo la solita birra annacquata per riprendere poi la discesa verso Campo Ligure.
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Capanne di Marcarolo
Mi fermo alla fontana della piazza a Campo Ligure, la temperatura è altissima, 40 °C, bevo e faccio scorta, la salita non è difficile ma senz’acqua sarebbe impossibile affrontarla e vincerla, salgo per le prime assolate rampe e mi chiedo chi me lo fa fare di stare a cuocere al sole a fare fatica per espugnare una strada fatta già tante volte ma oggi è diverso, oggi è la volta buona che li porto a casa tutti, oggi ci riesco a fare quello che sogno da tanto. Salgo e sfioro la fontana a metà strada, non mi fermo, ho ancora acqua, il sole scompare, le nuvole lo coprono, è un miracolo, la temperatura scende a 27 °C, si respira, si pedala meglio, si rivive. Aria fresca a portare ristoro, le nuvole si addensano ed il cielo diviene scuro, minaccioso. In lontananza il fragore dei tuoni. Oggi mi bagno, forse. Scollino Capanne di Marcarolo e pare che il sole voglia tornare ma è per poco.

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L’Alpino
Scendo al guado del Gorzente, dopo la rampa iniziale all’11% iniziano i su e giù e ed in poco tempo sono al bivio tra Voltaggio ed il Monte Lanzone. Ancora una sforzo ed è finita. Soli quattro chilometri mi separano dalla vetta del passo dell’Alpino. Quattro chilometri tranquilli, con il sole che è tornato a farsi vedere e la temperatura che sta nuovamente salendo. Svetto con 39°C ma ormai è discesa e il caldo non spaventa più, scendo veloce verso il bivio tra Bosio e Mornese. Le grosse nuvole nere alla destra, fanno cambiare il mio percorso verso Mornese anziché Bosio e Gavi. Ho il vento nella schiena, Montaldeo, un ultimo strappo, poi Castelletto d’Orba, Basaluzzo, Bosco e finalmente sono a casa.