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...finalmente compagnia, due ragazzi mi raggiungono e costringono il mio cuore...

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Le salite nel giro di oggi
TempoSalita 
0:47':10" Ponzone da Acqui Terme (SP210) 1
0:39':20" Bric Berton da Ponzone 2
0:18':22" Colle del Giovo, da Sassello 3
1:01':10" Naso di Gatto da Santuario (Savona) 4
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18/05/2014

  • Distanza 215.06 km
  • Tempo 08:43:53
  • Dislivello 2347 metri

Primo OVER 200 della stagione, devo ammettere che sono rimasto un po' indietro rispetto all'anno scorso. Nel maggio 2013 avevo già fatto:

  1. 4/05, Casal Cermelli - Brà - Casal Cermelli, 222 km.
  2. 12/05, La Basilica di Superga, 239 km.
  3. 17/05, Giro d'Italia 2013: Cherasco, tappa 13, 229 km. vedrò di rimediare.

 Chi sa cos’è Naso di Gatto?
Pochi lo sanno e comunque solo gli addetti ai lavori ma da mercoledì prossimo, 21 maggio 2014, buona parte degli appassionati che seguono il Giro d’Italia, lo sapranno, è’ una salita situata a pochi km dall’arrivo ed è il secondo GPM dell’undicesima tappa del Giro di quest’anno, la più lunga in assoluto con 249 km da coprire da Collecchio a Savona. Oggi, non ero in gran forma dopo i 150 km di ieri con tanta salita volevo restarmene a casa tranquillo ma. Ma è più forte di me, se non ho impegni di lavoro, la bicicletta è un’attrazione fatale e quindi, in sella alle otto e qualche minuto per provare la strada del Giro d’Italia.
Via si parte
Punto subito su Strevi e poi Acqui, la strada più facile per raggiungere Savona, sarebbe quella del Sassello ma a me non piacciono le strade facili e poi il Sassello è quasi piatto e non da una gran soddisfazione nel percorrerlo e allora, su per Ponzone. È vero questa salita l’ho già fatta domenica scorsa, ma mi piace e quindi Ponzone sia. Salgo calmo, cerco di consumare meno energie possibili e salgo in circa 45 minuti, la giornata è splendida, il cielo di un azzurro intenso che toglie la vista a guardarlo, un lieve vento tranquillo da sud lascia presagire un comodo rientro, salgo contento. A Ponzone l’aria è frizzante e per scendere indosso il giubbino, al bivio della Pieve, cominciano i mangia e bevi, ce ne sono parecchi da qui alla salita del Bric Berton.

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Compagni scalmanati
Qualche km prima del bivio di Cimaferle, finalmente compagnia, due ragazzi mi raggiungono e costringono il mio cuore cinquantottenne che fino ad ora se ne era stato tranquillamente tra i cento ed i centoquaranta battiti a schizzare in alto fino ai 170 per tener le ruote di questi scalmanati, per fortuna si tranquillizzano quasi subito e reggo bene le loro ruote. Arrivando a Cimaferle li affianco chiedendo loro dove stiano andando e loro, candidamente annunciano che si fermano ad aspettare gli altri, tra me penso, “rompicoglioni” e vado via su per la rampa di Cimaferle tranquillo come prima col cuore tornato nei limiti dovuti per la mia età. Dopo un po’, vedo una coppia di ciclisti una bella ragazza ed il suo accompagnatore, allungo per fare due parole quando eccoli mi sono nuovamente addosso i due ragazzi di prima con altri due un po’ più anziani ma con la gamba buona anche loro, superiamo la coppia e via verso il Bric Berton, due chiacchiere e mi dicono che sono diretti a Sassello, io dico che vado a Savona, uno è di Abbasse, spero di poter fare un po’ di strada con loro, tirano in modo irregolare, quasi mi staccano nella rampa di Moretti ma tengo duro, ho male alle gambe per la salita di ieri e soffro come un cane ma tengo ugualmente le loro ruote, penso che sicuramente sul Bric mi lasceranno li come un coglione. Mi rassegno al mio prossimo destino ma dopo tanta fatica per stargli attaccato, alla fontana prima della discesa che porta alla salita del Berton, eccoli, tutti e tre, (uno lo avevo superato poco prima mentre si stava sgranocchiando una banana) che si fermano a prender l’acqua ma andate a f.c.o, penso e salgo al Bric da solo facendo più in fretta che posso non voglio farmi prendere.

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Ancora loro
Scollino il Bric Berton, giubbino addosso, giù in picchiata per i quasi tre km di discesa vertiginosa, svolta a destra e giù a tutta verso Sassello, la strada è mal combinata, ed i buchi si celano tra l’ombra degli alberi, il cielo è sempre di un azzurro intenso ma all’orizzonte verso il savonese, meta del mio giro di oggi, si stanno ammassando cumuli di nubi bianche come il latte che non lasciano pensare a nulla di buono. Proseguo la mia corsa fino a raggiungere Sassello mi fermo alla fontanella dopo la piazza e dopo il rifornimento d’acqua, mangio il panino con la mortadella portato da casa, prima di partire ho mangiato solo un piatto di riso bollito e parmigiano che ha già terminato il suo effetto benefico. Guardo verso il bar e vedo i quattro dell’Ave Maria che si fermano ancora ma quante soste fanno?. Riparto tranquillo con un vento di mare spacca marroni dritto sulla faccia, il Colle del Giovo preso da Sassello è poco più di un lungo falsopiano con i suoi quasi 6 km alla media del 2% ma il vento in faccia lo rende più duro di quello che è. Sono quasi allo scollino e sento ruote alle spalle mi superano, sono sempre loro i quattro che dovevano fare la strada del Sassello che però hanno cambiato idea, forse per vedere se veramente andavo a Savona. Comunque dopo la sfuriata per prendermi, eccoli li tutti e quattro piantati come i chiodi, si scollina, iniziano nuovamente a tirare, non ho il tempo di dare un cambio, (non glielo avrei dato nemmeno morto) siamo al bivio tra Pontinvrea e Albisola, saluto ma mi dicono che scendono anche loro e dove cazzo vanno?

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Discesa a tutta
Giù, giù, giù, mi infilo in mezzo a loro, li spezzo in due, quelli rimasti dietro, i due più giovani hanno paura del vento e tirano i freni io seguo gli altri due che riescono per un pelo a superare un’auto nell’unico tratto dritto e con buona visibilità. L’auto li incalza ed io incalzo l’auto, tento un paio di volte il sorpasso ma non riesco e allora mi adatto e resto dietro i due davanti spariscono quelli dietro sono già spariti da un po’. Finalmente supero la maledetta macchina e mi butto giù quasi senza frenare fin ché li prendo a pochi metri dal bivio per Varazze. Io devo andare a Varazze, mica ho detto che strada facevo per raggiungere Savona, allargo il braccio a sinistra e via verso San Martino, poi giù verso il mare, scendendo vedo un APE rovesciato contro il guardrail sopra non c’è nessuno, riesco a fotografarlo e continuo a scendere. La macchina fotografica oggi fa i capricci ogni tanto si spegne da sola dopo lo scatto e non salva le foto ne ho perdute parecchie. Scendo, il vento in faccia fino al mare, a Varazze n prossimità dell’Aurelia vedo una fila di bandiere sventolanti voltate a destra. EVVIVA, vento a favore e in un attimo è Savona.

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 Verso Santuario e Naso di Gatto
Seguo le indicazioni per Santuario, sono sette km di leggera salita, durante il tragitto mi supera un ciclista assatanato che sta’ salendo a tutta, nemmeno il cenno di un saluto, lo lascio andare non devo sprecare energie mancano 100 km all’arrivo a casa e ne ho già fatti più di cento. Ecco Santuario, con il suo bel piazzale lastricato in pietra, la fontana, il bar sull’angolo, in fondo alla piazza a sinistra, la strada che sale al Monte Negino, la salita terribile, per fare un paragone, è più tosta della Cannellona da Voltri ma oggi l’obiettivo è Naso di Gatto, sul ruolino di marcia dell’undicesima tappa del giro. Sosta al bar, gelato, mezza acqua gasata e birra in lattina, devo ricaricarmi. Mangio, bevo birra mischiata all’acqua e quella che avanzo la verso nella bottiglietta e me la porto appresso. Inizio la salita, i primi 2.5 km sono un semplice falsopiano al 2% ma poi attacca a salire duro, pochi fiati per le gambe e più sale e più si inasprisce, 8-9% con punte del 10 e del 12%, a volte sale dritta a vote a tornanti non me la ricordavo così dura, salgo piano, come posso, come il mio sovrappeso permette, come la stanchezza accumulata ieri permette, stento a credere di essere riuscito ad arrivare fino a qui. Mancano pochi km alla cima forse quattro o forse di più, mi raggiunge un ciclista, faccio uno sforzo per affiancarlo e chiedo dove stia andando nella speranza di far un po’ di strada assieme ma guardandomi dritto negli occhi mi dice con accento ligure, io mi fermo qui, al bivio giro indietro e vado casa. Ma come, non finisce la salita mi lascia qui da solo come un pirla a scollinare il Gatto mi sento preso un po’ per il Naso. Pochi metri e capisco perché è tornato giù, davanti c’è il tratto più duro della salita, stringo i denti proseguendo su questa splendida e dura strada fino a raggiungere Naso di Gatto ed il bivio per Monte Negino ma la salita prosegue, ormai leggera fino a scollinare a Cà di Ferrè.
Il ritorno
Mi fermo pochi metri sotto lo scollino, vicino ad una cappelletta della Madonna, angio l’altro panino e mortadella e finisco la birra annacquata, poi inizio la discesa, fa freddo e metto il giubbotto il cielo azzurrissimo del Bric Berton è sparito da un pezzo lasciando il posto a nuvole bianche che arrivano dal mare, qualcuno giù a Santuario commentava che avrebbe presto piovuto. Scendo fino al bivio per Altare e svolto a sinistra, so’ di allungare un poco la strada ma punto comunque su Cairo Montenotte, il vento di mare mi porterà a casa in fretta. Lascio la superstrada e passo dentro a Rocchetta Cairo e poi Dego, riprendo la statale ed è Piana Crixia, su da una rampa vedo un ciclista, finalmente compagnia, accelero lo raggiungo sopra lo scollino, saluto ed inizio a menare di brutto, lui a ruota, segnalo i buchi sulla strada con rapidi gesti delle mani, io meno e lui a ruota, il vento nella schiena da una mano alle mie gambe, andiamo avanti così per circa 7 od 8 km, poi mi affianca ed inizia a parlare, l’andatura scende e si chiacchiera come vecchi amici, affiancati in barba al codice stradale. Lui è di Cessole e sta’ rientrando dopo aver fatto la salita del santuario del Todocco mi da il cambio e ricomincia la tirata, ricambio ancora io e siamo a Bistagno, punto di svolta per lui, che presto sarà a casa, a me mancano ancora una quarantina di km. Acqui, sosta a Strevi, l’ultima crostatina scivola nella gola e sparisce assieme ad un lungo sorso dell’acqua della fantastica fontana di Strevi. Riparto, Rivalta, Sezzadio, Castelspina, Castellazzo, e finalmente casa, 215 km, 40 di salita, 2347 metri di dislivello, 5771 kcal bruciate, sono partito che pesavo 81,5 kg e sono tornato che ne peso 82 o la bilancia è rotta o il gelato e la birra mi hanno fatto un brutto scherzo. Alla prossima, che sarà ancora più o meno lo stesso percorso ma nello splendido scenario del Giro d’Italia, undicesima tappa, Collecchio-Savona.